Traffico di rifiuti all'aeroporto dell'Aquila, stop ad altri 3 camion

Trovati  gli altri tre camion dei sei intercettati nell’ambito dell’operazione interforze che ha portato al sequestro di una parte dell’area aeroportuale di Preturo per un traffico illecito di macerie

L’AQUILA. Trovati – e fermati – gli altri tre camion dei sei intercettati nell’ambito dell’operazione interforze che ha portato al sequestro di una parte dell’area aeroportuale di Preturo che per la società di gestione X-Press è di 4mila metri quadrati («e non di 20mila») per un traffico illecito di macerie. Inchiesta che vede indagate sei persone. L’attività degli investigatori non si ferma. Intanto la X-Press, in una nota, ribadisce «l’ampia fiducia nelle istituzioni e nella magistratura affinché chiariscano al più presto la posizione degli indagati».

Interviene anche Ignazio Chiaramonte, direttore marketing e commerciale X-Press. «Io mi occupo di attività di marketing e commerciale. Vedere il mio nome associato ad attività criminose legate anche alla sofferenza del territorio oltre a ledere la mia immagine mi avvilisce in primis come uomo oltre che come professionista. Ho fatto dell’etica morale uno stile di vita grazie anche all’educazione ricevuta dalla mia famiglia. Mi auguro che si chiarisca al più presto la posizione mia e quella della società».

Il blitz di Preturo riporta in primo piano la questione macerie. Il sindaco Massimo Cialente interviene sul tema dei controlli preventivi. «Ancora una volta», scrive, «ringrazio magistratura e forze dell’ordine e rinnovo l’assoluta fiducia nel loro operato. Non esprimo giudizi ma spero che presto possa essere fatta chiarezza. Sarà importante capire il contratto o l’accordo che la X-Press aveva stipulato con le ditte che avrebbero dovuto conferire il materiale. Come noto, e come richiesto anche dai cittadini dopo il sisma, il materiale ricavato dalla lavorazione delle macerie può e anzi dev’essere riutilizzato. È quanto stiamo facendo con l’Asm nella cava di Pontignone, che verrà recuperata a parco verde a disposizione di Paganica, e quanto abbiamo fatto per realizzare il nuovo campo di Centi Colella». Il sindaco ripercorre la vicenda macerie, dal trattamento «a mano» dell’Asm fino alla richiesta di affidare la gestione a una società pubblica, «controllata e monitorata dalle autorità preposte alla sicurezza ambientale, anche in considerazione del fatto che le spese di demolizione, differenziazione e trasporto sono calcolate nell’ambito del finanziamento per la riparazione o ricostruzione delle abitazioni. Mi si disse che questo non era possibile in nome della libera concorrenza. Mi dovetti rassegnare a chiedere solo garanzie sulla sicurezza della selezione del materiale e dell’esecuzione del lavoro, soprattutto per quanto i materiali pericolosi come l’amianto, nonché garanzie circa le imprese coinvolte (rischio ecomafie). Presentai anche un documento alla Procura e chiesi rassicurazioni sui controlli a varie istituzioni». Il sindaco si dice allarmato: «Com’è possibile che il nostro territorio sia stato attraversato da tanti trasporti senza che nessuno dei controllori riuscisse ad intercettarli. Mi chiedo se questo è un episodio unico e isolato o no».

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