L'AQUILA

Tragedia dell'asilo, la testimonianza di una mamma: "Mia figlia salva per miracolo"

Il racconto spezzato dalle lacrime: "La mia bambina si è salvata perché in quel momento stava dentro la casetta del giardino". Un'altra mamma ricorda il bimbo che non ce l'ha fatta: "Tommaso era dolcissimo"

L'AQUILA. "Ho chiesto a mia figlia, super lucida e non apparentemente sotto shock, tutta la dinamica. Con la massima delicatezza. Lei mi ha risposto che si è salvata, perché in quel momento stava dentro la casetta del giardino. Riposa in pace, piccolo angelo, amico della mia bambina. Preghiamo per gli altri bimbi feriti, sto piangendo come se fossero miei figli. Siete tutti nostri figli". Così una mamma di una delle bambine della scuola dell'infanzia Primo Maggio dell'Aquila dove nel pomeriggio è avvenuta la tragedia che ha causato la morte di un bambino di 4 anni e il ferimento di altri cinque piccoli di cui uno grave, ricoverato al Gemelli di Roma.

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La giovane mamma, sotto shock, ricorda: "Ieri avevano festeggiato il compleanno di uno degli amichetti. Tutti felici, tutti spensierati. Oggi, come ogni mattina, ho mandato la mia principessa a scuola. Una scuola meravigliosa, con delle maestre e delle collaboratrici pazzesche per quanto sono brave. Con tutti i bambini molto uniti, con i genitori come si deve. Questo non doveva succedere. Questo non è giusto", conclude la mamma
con le lacrime agli occhi. 

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Un'altra mamma ricorda il bambino morto. "Tommaso era un bambino molto simpatico, un bimbo molto tranquillo e sereno, sensibile e dolcissimo. Spesso si abbracciavano con mia figlia sia quando arrivavano a scuola sia quando uscivano, in un una immagine davvero emozionante". Così la mamma di una bimba che conosceva bene Tommaso, il bambino deceduto nel tragico incidente che si è verificato oggi all'Aquila nella scuola dell'infanzia Primo Maggio. "E' una tragedia immane che ci lascia sconvolti come sono sconvolti i nostri bambini, anche se non lo danno a vedere. Ora dobbiamo stare vicini a loro per tutelarli dal trauma ma dobbiamo stringerci intorno alla famiglia di Tommaso e dei feriti", conclude.

"Sembrava un girone dantesco: quando siamo arrivati abbiamo trovato gente in lacrime in strada e il pianto dei bimbi che ci ha fatto fermare il  cuore. Intorno a noi le ambulanze e le auto delle forze dell'ordine, le sirene. Siamo subito corsi dentro, facendoci largo tra i soccorritori, una scena spaventosa e surreale". È la testimonianza, in lacrime, di un papà di uno dei circa 40 bambini della scuola dell'infanzia Pile I Maggio. Il racconto del giovane padre è pensiero comune per molti genitori che sono stati chiamati 45 minuti prima per riprendere con urgenza i loro figli: mamme e papà che sono in costante contatto tra di loro nelle chat e con le telefonate, che sono sotto shock e continuano a ripercorrere quei momenti drammatici.

"Ci hanno chiamato circa 45 minuti prima della campanella, intorno alle 14.30, per chiederci di venire a riprendere subito i bambini - racconta il papà - Non sapevamo cosa fosse successo ma, quando siamo arrivati sul posto, abbiamo cominciato a preoccuparci seriamente. Correndo abbiamo raggiunto l'ingresso. Ho visto un bambino che veniva caricato su una barella, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, ricordo quelle immagini con lucidità, le ho stampate bene impresse nella memoria. Ma allo stesso tempo è come se avessi avuto un blackout, la testa era come paralizzata dalla paura. Cercavo disperatamente mia figlia, non la vedevo. Sono corso dentro e, fortunatamente, l'ho trovata sana e salva".

"Le maestre - continua - hanno mantenuto una lucidità incredibile, in un momento così drammatico non so come siano riuscite a mantenere la calma. Incredibile anche la macchina dei soccorsi, che ha dovuto lavorare riuscendo ad effettuare le operazioni in spazi ridotti, visto che le strade sono strette". "È un dolore anche solo ripercorrere quei minuti, lacerante pensare che un bambino, che conoscevamo bene e al quale tutti volevamo bene, sia morto così. È assurdo, non ci sono parole. I nostri figli non sono solo compagni di scuola, sono come fratelli e sorelle, vivono praticamente in simbiosi - spiega ancora tra le lacrime. "Proprio ieri sera un gruppo di bimbi ha festeggiato un compleanno, non ci si può pensare. Sono così uniti perché per loro l'asilo è come una seconda casa, ogni mattina si alzano dal letto contenti di rivedersi e questo dramma li segnerà per sempre".