Tribunali, la lunga marcia degli avvocati

Un corteo di auto da Sulmona e Avezzano ha raggiunto il palazzo di giustizia dell’Aquila per dire no all’accorpamento

L’AQUILA. «No alla soppressione». «Ministro, non farne sempre una questione di dimensioni». Gli avvocati di Sulmona e Avezzano non le mandano certo a dire al governo il loro «no» all’accorpamento dei rispettivi tribunali a quello dell’Aquila. Ieri mattina sotto il solleone lo hanno urlato a squarciagola con fischietti e megafono davanti al tribunale provvisorio del capoluogo, a Bazzano.

In centinaia sono partiti alle 9 di ieri mattina con le loro auto (160 in tutto) da Sulmona e Avezzano, insieme a notai, consulenti e commercialisti per dimostrare «l'impossibilità di questa città, soprattutto dopo il terremoto, di riceve un grosso flusso di traffico e di persone che dovranno venire per udienze e processi», spiega Pierluigi Oddi, consigliere dell’ordine degli avvocati di Avezzano. I tribunali di Sulmona e di Avezzano rientrano fra i 37 che dovranno essere accorpati in tutt’Italia, progetto già avviato dal precedente governo e accelerato quest’anno dal governo Monti per effetto della crisi e in linea con la spending review. «Ma quale spending review»: l’accorpamento, secondo gli avvocati, aggraverebbe la crisi. Primo: perché «verrebbe meno un presidio di legalità importante nella Marsica», spiega il dottore commercialista (e consigliere comunale di Celano) Giuseppe Cleofe, «in un territorio dalla grande presenza di lavoratori extra-comunitari, delinquenza e droga». Secondo: perché «nella Valle Peligna c’è già una grande crisi», spiega l’avvocato Antonella Di Nino, a Bazzano anche nella sua veste di vicepresidente della Provincia dell’Aquila. «Non stiamo facendo una difesa dei “privilegi” degli avvocati, ma dei diritti dei cittadini ad avere una giustizia che funziona. In questo momento di crisi sarebbe un grave errore».

Due i cortei di auto partiti per «assediare» L’Aquila, rispettando rigorosamente i limiti di velocità: uno da Avezzano (partenza alle 9, arrivo 10,30), con uscita al casello di L’Aquila Est e passaggio lungo la Superstrada di Bazzano. L’altro da Sulmona, passando per la Statale 17. «Se la manifestazione fosse stata fatta in un periodo lontano dalle ferie», spiega il presidente dell'ordine degli avvocati di Avezzano Sandro Ranaldi, «qui oggi sarebbe stato un inferno». Ma il tempo stringe: «L'8 agosto le commissioni Giustizia di Camera e Senato devono dare un parere sulla soppressione», aggiunge Ranaldi, «non è possibile accorpare i tribunali così». Parlano i numeri, prima di tutto. «La nostra produttività è una delle più alte d'Italia, con una media di 688 cause contro le 634 in Italia e oltre mille avvocati del foro marsicano. È uno dei casi, insieme a quello di San Remo, dove il tribunale da accorpare è più grande di quello accorpante. Sarebbe più giusto che L’Aquila venisse accorpata a noi». Sigaro in bocca e cartella coi fascicoli in mano, il presidente dell’ordine degli avvocati di Sulmona, Gabriele Tedeschi, parla di «provvedimento assurdo: gli uffici giudiziari dell’Aquila non sono adeguati a ospitare tanti avvocati e periti». Sono circa 300, infatti, i legali di Sulmona. Il lungo corteo si è poi spostato, rallentando il traffico locale, davanti alla sede della Corte d’Appello. Con l’intenzione, però, di proseguire con manifestazioni di dissenso contro il decreto del governo. La speranza, espressa anche dal presidente della Provincia Antonio Del Corvo, è di «ottenere una proroga di tre anni all’accorpamento». Troppo «particolare» la situazione che, dal post-sisma, sta vivendo la regione.

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