Tribunali, salvataggio ufficiale: in Senato passa il Milleproroghe 

Ma la battaglia non è finita: ad Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto si punta a modificare la legge Avvocati in assemblea, le 600 toghe marsicane revocano lo sciopero: le udienze riprendono martedì 

AVEZZANO. Con l’ok definitivo del Senato al disegno di legge di conversione del decreto Milleproroghe, il tribunale di Avezzano, il terzo della Regione per numero di procedimenti, è salvo fino al 31 dicembre 2023, insieme a quelli di Sulmona, Lanciano e Vasto. Il decreto legge, che riguarda le “Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi”, ha dato l’attesa, ufficiale boccata di ossigeno ai tribunali a rischio chiusura. Ora l’obiettivo è quello di cambiare la legge, vecchia di 10 anni, che aveva disposto la chiusura dei tribunali sulla spinta della cosiddetta spending review, allora in voga. Un risparmio che, almeno alla luce dell’esperienza delle altre regioni dove la chiusura si è concretizzata, non c’è stato. Ieri si è riunita l’assemblea dell’Ordine degli avvocati che ha revocato definitivamente lo sciopero e che ha gettato le prime fondamenta per avviare un processo di modifica legislativa alla luce della situazione reale dei tribunali abruzzesi.
DECRETO
È stato molto difficile centrare l’obiettivo della proroga. Con il ministero fortemente contrario, e il ministro del governo tecnico Marta Cartabia altrettanto titubante sulla proroga, i parlamentari abruzzesi, tutti uniti indipendentemente dal colore politico e dalla corrente partitica di riferimento, hanno fatto fatica a far passare l’emendamento salva tribunali. C’è voluta perseveranza, oltre all’intervento e alla pressione fatta dal presidente della Regione, Marco Marsilio, dai sindaci, dal comitato e dagli avvocati. Se la legge non sarà cambiata, però, la prossima volta sarà una vera impresa salvare i tribunali. Anche se ci fosse un governo politico, un ennesimo rinvio non sarebbe così scontato, come lo era stato in passato quando i problemi legati al terremoto avevano impedito concretamente l’accorpamento.
LA LEGGE
Il “ nemico” numero uno di avvocati e politici del territorio si chiama decreto legislativo del 7 settembre 2012. Prevedeva la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, con una nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero. Quando fu approvato, durante il governo Monti, emersero numerosi punti critici dovuti alla soppressione di ben 667 uffici del giudice di pace, di 220 sezioni distaccate di tribunale e di 31 tribunali. Per l’Abruzzo, dove avrebbero dovuto chiudere i tribunali di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto, ci fu la prima proroga, legata ai terremoti. A distanza di dieci anni, la riforma deve ancora essere applicata ma ora più che mai si evidenziano i limiti di quel provvedimento. Quella riforma, poi, passata di mano al governo di Enrico Letta e, infine, entrata in vigore sotto l’esecutivo guidato da Matteo Renzi, rischiò in più occasione di essere abrogata. Ma così non fu, nonostante apparve da subito inopportuna sia dal punto di vista tecnico che concreto. C’era addirittura stata anche una iniziativa referendaria, partita proprio dall’Abruzzo e in particolare da Avezzano. La richiesta di referendum abrogativo, al fine di rendere inefficaci le previsioni del decreto, inizialmente fu accolta dalla Cassazione, ma poi fu dichiarata inammissibile dalla Corte costituzionale.
AVVOCATI
Gli avvocati da martedì primo marzo saranno di nuovo operativi. Ieri mattina si è tenuta l’assemblea dell’Ordine degli avvocati di Avezzano, presieduto da Franco Colucci. È stato revocato lo sciopero dei 600 avvocati del foro di Avezzano. L’astensione era stata proclamata anche degli altri tre presidi, per un totale di circa 1.500 professionisti. «Abbiamo revocato l’astensione», ha affermato il presidente Colucci, «ora abbiamo in programma iniziative, già dai prossimi giorni, finalizzate a lavorare per la modifica della geografia giudiziaria».
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