Lancia la mannaia contro la moglie, il giudice lo caccia di casa

Una donna si è convinta a chiamare i carabinieri della stazione di Civitella Roveto dopo 17 anni di vessazioni e soprusi, violenze anche nei confronti della figlia. Scatta il divieto di avvicinamento
AVEZZANO. Diciassette anni nell’incubo. Celato nell’intimità domestica, taciuto per paura. Fino a che non ha temuto per la propria vita e per quella di sua figlia. Solo a quel punto ha deciso di reagire e di chiedere aiuto alle forze dell’ordine, in cerca di una via d’uscita che le permettesse di lasciarsi alle spalle un matrimonio violento. Si è rivolta al carabinieri e ha raccontato una lunga quotidianità segnata da percosse, minacce e ingiurie. I militari, dopo una breve ma certosina fase di indagine, hanno accertato la versione della donna.
Il giudice per le indagini preliminari Daria Lombardi ha disposto nei confronti dell’uomo l’allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento alla moglie e alla figlia. Quando ha chiamato il 112 era sconvolta. Ha raccontato che il marito le aveva appena lanciato contro una mannaia. È subito intervenuta una pattuglia dei carabinieri della stazione di Civitella Roveto, che ha raccolto lo sfogo della donna e la ricostruzione sommaria degli ultimi anni. Stando a quanto raccontato dalla vittima, i primi episodi violenti ebbero inizio nel 2008, poco dopo il matrimonio. Col tempo sono peggiorati, anche in ragione dell’abuso di alcol da parte dell’uomo. Anche di fronte alle lesioni causate dalle ripetute percosse, non ha mai fatto ricorso alle cure mediche. «Per paura», ha dichiarato ai militari.
L’episodio che ha segnato il punto di non ritorno ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Durante uno scatto d’ira, poche ore prima della chiamata al 112, l’uomo ha afferrato la mannaia di sua proprietà e l’ha lanciata contro la moglie. Solo per circostanze fortuite la donna è riuscita a schivarla. A quel punto, non soddisfatto, l’ha presa e scaraventata con la schiena contro uno spigolo. Tutto questo davanti agli occhi terrorizzati della figlia. Al momento della denuncia formale, sono finite agli atti le minacce abituali del 39enne. «Sei una poco di buono» - (per usare un eufemismo) - era solito sentenziare all’indirizzo della moglie. E ancora: «Ti ammazzo, ti faccio fuori, ti tolgo tutto, vi faccio morire di fame». Alla stessa minore ribadiva con regolarità che l’avrebbe lasciata senza soldi e senza cibo.
Il pm Luigi Sgambati ha aperto un fascicolo per maltrattamenti in famiglia aggravati dal reiterato abuso di alcol. Nel corso delle indagini è stata ascoltata anche la figlia maggiorenne dell’uomo, che ha confermato le condotte violente del padre. Al punto che lei stessa si è vista costretta a lasciare la casa di famiglia. Gli elementi di prova raccolti hanno fatto scattare il codice rosso e richiesto l’immediato coinvolgimento della magistratura per un’iniziativa veloce a tutela della donna e della minore. Il gip, in accordo con la Procura, ha disposto le misure restrittive. All’uomo verrà applicato il braccialetto elettronico.
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