Abruzzo

Zanzare e virus West Nile, un caso sospetto all’Aquila. «Ora nessun allarmismo»

31 Luglio 2025

I controlli sui contagi in Abruzzo. L’infezione isolata su un uccello, l’infettivologo Grimaldi: «Evitiamo la psicosi». I consigli per evitare la trasmissione: «Disinfestazioni e prevenire le punture»

L’AQUILA. «Nessun allarme, evitiamo la psicosi». Il professor Alessandro Grimaldi, presidente Ordine dei medici dell’Aquila, direttore dell’Unità di malattie infettive dell’ospedale San Salvatore e del Dipartimento medico, invita alla prudenza. L’Aquila è stata inserita tra le 31 province sottoposte a limitazioni delle donazioni per il contrasto del virus West Nile, come si evince dall’elenco pubblicati dal Centro nazionale sangue.

Professor Grimaldi, cosa significa?

«La situazione è assolutamente sotto controllo, è bene chiarirlo subito».

Ma allora com’è finita la provincia dell’Aquila nell’elenco?

«Il virus è stato isolato in un uccello, un gheppio. Gli uccelli possono essere potenziali vettori, se punti dallo zanzara che, se a sua volta infetta l’uomo, trasmette il virus. La presenza di questo virus in un serbatoio come l’uccello, ha creato qualche allarme, ma va considerato che gli uccelli si spostano anche altrove. Non è detto che restino in zona».

Ci sono altri casi sospetti?

«C’è stato un falso allarme di una donna punta ripetutamente da zanzare che era stata in vacanza sulla costa, sulla quale si stanno effettuando accertamenti, ma tutto sembra rientrato nella norma. Al momento, in provincia dell’Aquila, non sono stati registrati casi di infezione sulle persone».

Quindi, si può stare tranquilli?

«Evitiamo la psicosi, questo sì. Il caso isolato su un uccello non deve allarmare in modo eccessivo, tuttavia è bene assumere delle precauzioni in generale perché, ormai, i cambiamenti climatici impongono attenzione».

Ci faccia capire...

«La nostra area geografica non era considerata a rischio, mentre ad esempio in pianura padana con agricoltura intensiva, paludi e acquitrini le zanzare trovano le condizioni ideali per riprodursi».

E allora com’è arrivato il virus fin qui?

«Il virus viene trasmesso dalla zanzare Culex semplicemente con una puntura. Non dimentichiamo che le zanzare, in assoluto, sono quelle che fanno più vittime nel mondo a livello di trasmissione di malattie, a cominciare dalla Malaria, passando per la Dengue e la West Nile. Con i cambiamenti climatici le zanzare si adattano alle nostre latitudini: prima erano limitate in aree tropicale e sub tropicali, adesso hanno trovato diffusione anche in Europa».

Si rischia un ritorno all'era Covid?

«Ma no! La novità in Italia non è la West Nile, che circolava già in periodo Covid, ma era confinata nell’area del Po e in Pianura Padana, tra il Veneto e Emilia Romagna dove hanno attecchito altre malattie come il Chikungunya, molto simile alla Dengue, trasmesso dalla Zanzara trighe. Questo virus arrivò dalla Turchia anni fa attraverso un carico di pneumatici per camion».

Tutto parte della zanzare, quindi?

«Quello che favorisce la replicazione di queste zanzare – che sono i vettori di virus di questo tipo – sono gli accumuli d’acqua come quelli dei sottovasi, dove le zanzare trovano le condizioni ideali, che permettono la replicazione degli insetti. Non è un caso se queste malattie sin sono sviluppate del denta del Po, dove ci sono acque stagnanti e acquitrini».

Quanto è pericoloso il virus West Nile?

«Sono malattie potenzialmente pericolose perché possono dare complicazioni gravi come meningoencefaliti, ma sono virus che conosciamo da tempo e che testiamo, ad esempio, prima dei trapianti d'organo. Non è una novità».

Sì, ma il caso è esploso adesso.

«Se ne parla perché il West Nile ha cominciato ad abbassarsi in altre aree come il Lazio, la provincia di Latina. Siamo a due passi da Roma e questo ha destato molta apprensione. Se una malattia del genere si dovesse diffondere in zone altamente urbanizzate potrebbe rappresentare un problema».

L’Aquila è tra le 31 città dove è stato isolato il virus sulla zanzara. Quali precauzioni scatteranno?

«Bisognerà fare delle campagne di disinfestazione. L’Aquila, fino a qualche anno fa, non era una città a rischio perché gode di un clima freddo. Evidentemente ci sono cambiamenti climatici in corso, ma è ancora molto presto per dare valutazioni definitive. Andiamoci cauti, non è il caso di creare un allarme generalizzato. Anche in presenza di contagio del virus da zanzara, eventuali conseguenze negative possono essere riscontrate solo nei soggetti più fragili. Un po’ come avvenuto per il Covid».

Di quali soggetti parliamo?

«Malati oncologici, immunodepressi, pazienti trapiantati. Persone che hanno un sistema immunitario più debole».

E le trasfusioni?

«Andranno controllate le trasfusioni, ma come si faceva del resto anche per i trapianti d’organo: è una misura precauzionale per evitare la diffusione che è stata intrapresa anche in passato. Ma al momento, ripeto, non abbiamo casi accertati di infezione da West Nile sugli uomini, in provincia dell’Aquila».

Prevenire è meglio che curare: in via precauzionale i cittadini cosa possono fare?

«Evitare le punture di insetti, indossare abiti chiari con maniche lunghe, non cospargere l’organismo di prodotti particolari, che attirano gli insetti come creme e profumi. È bene tenere braccia e gambe costantemente coperte ed eventualmente utilizzare dei repellenti. Chi frequenta la costa queste precauzioni le prende abitualmente, all’Aquila non siamo abituati».