Comunicato Stampa: Oltre il silenzio: la salute mentale in Veneto tra dati e diritti

(Arv) Venezia 31 lug. 2025 -Oggi, a palazzo Ferro Fini,le consigliere regionali del Pd Anna Maria Bigon, vicepresidente della commissione consiliare sociosanitaria, Chiara Luisetto e Francesca Zottis, componenti della commissione, e il psichiatra Andrea Angelozzi, sono intervenuti sul tema della salute mentale giovanile in Veneto. Hanno offerto il proprio contributo anche i rappresentanti del comitato ‘Salute Mentale’ di Verona e dell’associazione ‘Ambiente e/è Salute’.
PerAnna Maria Bigon“mancano medici, infermieri, OSS. Dobbiamo dotare i servizi del personale necessario. E non è possibile accettare che, nelle diverse Ulss, si registri una forte disomogeneità, sia in termini di erogazione dei servizi che di personale. Dobbiamo rendere omogeneo l’intero territorio regionale”.
“Un altro aspetto che ci preoccupa – ha aggiunto la vicepresidente della commissione sociosanitaria – è quello del ricovero dei minori nei reparti per adulti. Non possiamo accettare tutto questo e abbiamo il dovere di creare spazi idonei per accoglierli”.
Anna Maria Bigon, in conclusione, ha chiesto alla Regione del Veneto “più investimenti: il Fondo va adeguato al cinque per mille, come dovrebbe essere. Maggiori investimenti ci consentirebbero di assumere personale specializzato e offrire ai cittadini più servizi. Ma, soprattutto, potremmo dare applicazione alla legge, che abbiamo depositato, incentrata sulla figura dello psicologo di base, chiamato a prendere in carico il paziente subito dopo la manifestazione dei primi disagi, al fine di poterlo restituire alla società nel pieno delle sue funzioni”.
Per il vicepresidente del Consiglio regionaleFrancesca Zottis, “sul fronte della salute mentale, forse si parla troppo di dati e troppo poco di percorsi di presa in carico dei pazienti, soprattutto in termini di prevenzione. Dobbiamo sostenere le persone colpite da queste patologie aiutandole ad essere parte integrante della società, senza ghettizzarle. Il nostro obiettivo è creare nuovi percorsi di presa in carico dei pazienti”.
La consigliera regionale DemChiara Luisettoha illustrato la mozione, di cui è prima firmataria, “per chiedere alla Giunta regionale di sollecitare, in sede di Conferenza unificata, una profonda revisione del nuovo Piano di azione sulla salute mentale che, invece di potenziare il sistema di assistenza, sembra voler tornare a una visione fortemente 'psichiatrica', che rischia di rappresentare un pesante passo indietro. Credo che dobbiamo fermarci un momento e ripensare al Piano, ascoltando le diverse realtà coinvolte. Perché non è quella intrapresa la strada giusta da imboccare: dobbiamo rivalutare e rimettere al centro il ruolo degli psicologi, che non possono essere ridotti a meri operatori tecnici, ma vanno riconosciuti come professionisti sanitari autonomi”.
Per lo psichiatraAndrea Angelozzi, dai dati relativi a 58 mila utenti, nel 2022, emerge una totale diversità, una profonda disomogeneità, tra le diverse Ulss, in termini di investimenti e di prestazioni rese. E i dati relativi ai minori rispecchiano la situazione presente negli adulti. Diversità sulla presenza di figure professionali di supporto, di ricoveri, di diagnosi, dell’utilizzo delle strutture comunitarie, di presa in carico dell’ADHD (disturbo dell’attenzione e dell’iperattività), di accesso al Pronto Soccorso, da cui si evince la mancanza di un piano generale di programmazione dei servizi. E non tutte le Ulss hanno attivato tutti i servizi necessari, pur a fronte di un aumento della domanda”.
Hanno poi contribuito al dibattitoFederico Piccoli, che ha parlato delle difficoltà incontrate dalle persone colpite dal disturbo dell’attenzione e dell’iperattività,Arianna Bottura,Elia CarraraeLuca Danzi, i quali si sono soffermati sui principali disagi giovanili: ansia, stress, iper-competizione scolastica, ricordando come, tra i più giovani, il suicidio, dopo gli incidenti stradali, rappresenti la seconda causa di morte.
Cristina Ceriani, presidente del comitato di sostegno alla salute mentale di Verona, ha invece messo in evidenza “le principali criticità presenti nei centri di salute mentale “non sono aperti tutto il giorno e chi ha urgenza viene dirottato al Pronto Soccorso”, e nei reparti psichiatrici degli ospedali. “Manca la continuità assistenziale”, secondo Ceriani.
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