«Troppi ritardi nella ricostruzione» La Corte dei Conti boccia il Comune 

La magistratura contabile rileva pesanti criticità soprattutto sul recupero del patrimonio pubblico:  «Solo marginalmente avviata la ristrutturazione di immobili di cui l’Ente è il soggetto attuatore»

L’AQUILA. A leggere la seconda parte della delibera della Corte di Conti relativa alla “verifica sulla sana gestione finanziaria” del Comune dell’Aquila, la ricostruzione post sisma 2009 sembra la “sagra” dei ritardi, con criticità soprattutto per quel che riguarda le opere pubbliche tra cui scuole e beni monumentali. Ma anche la ricostruzione privata potrebbe andare decisamente meglio se, da quanto emerge dal documento, da parte dei tecnici che preparano i progetti ci fosse maggiore sollecitudine. Nulla di nuovo sotto il sole verrebbe da dire. Qui però i ritardi vengono “certificati” dalla Corte dei Conti, “cane da guardia” dei soldi pubblici e, soprattutto, di come vengono spesi.
La delibera è stata pubblicata di recente. Si tratta di un documento complesso che ripercorre tutta la storia dei contributi per la ricostruzione (dal 2009 in poi) e si basa, per quanto riguarda la situazione attuale, sulle relazioni chieste (e ottenute) all’Ufficio speciale per il territorio dell’Aquila e al Comune stesso (si parla quindi solo di ciò che è di competenza comunale).
Farne una sintesi in poche righe è impossibile. Si possono solo “citare” alcuni passaggi chiave.
RICOSTRUZIONE PRIVATA
«Al 25 marzo 2020 l’importo totale dei contributi rilasciati è di oltre 5 miliardi e cioè 5.524.449.773 euro», si legge nella delibera, «di cui 27.972.546 euro rilasciati nell’anno ancora in corso (qui si intende fino a fine aprile 2020). Nel primo semestre del 2020 gli uffici segnalano la presenza all’Aquila di 508 cantieri, dei quali 238 localizzati nel centro storico del capoluogo, 59 nella periferia del capoluogo e 211 nelle frazioni».
«Per quanto riguarda la liquidazione degli stati di avanzamento, dal 2014 ad oggi», continua il documento, «si è registrata una significativa riduzione degli importi complessivi liquidati annualmente, mentre il numero di fatture pagate è in lieve diminuzione. Se ne deduce una riduzione, nel tempo, dell’importo medio delle fatture, in ragione dell’ultimazione dei cantieri della ricostruzione privata che sviluppano un maggior importo dei lavori. Con riferimento alle criticità rappresentate dal Comune dell’Aquila è da segnalare il ritardo nella presentazione dei progetti esecutivi della scheda parametrica parte seconda ad opera dei tecnici incaricati. Ad oggi (il documento riporta finegiugno 2020) il numero dei progetti parte seconda che non risultano presentati è ancora considerevole ed è pari a 380, per un importo totale di contributi da rilasciare di 510.018.303 euro, con ritardi nella presentazione che vanno dai 24 ai 2.063 giorni (dunque oltre cinque anni). Tali ritardi producono un dannoso rallentamento dei processi per la ricostruzione e la Sezione della Corte dei Conti aveva invitato ad assumere ogni attività sollecitatoria per rimuoverne gli effetti dilatori. Nell’anno 2019 il Comune ha pertanto posto in essere le azioni amministrative utili a contrastare l’inerzia nei processi di ricostruzione, attraverso l’esercizio del potere sostitutivo di commissariamento».
«Al momento», si spiega nel documento, «sono state, infatti, firmate dal Comune le prime 20 diffide e inviate le prime 5 ai consorzi inadempienti, con la previsione di emanazione di diffide per almeno 50 consorzi nel 2020, a iniziare da quelli che presentano i ritardi maggiori. Oltre alle azioni di commissariamento, il Settore ricostruzione privata del Comune dell’Aquila ha adottato ulteriori provvedimenti, aventi l’obiettivo di rendere più efficiente il monitoraggio e il sistema dei controlli relativamente ai contratti, alle liquidazioni e all’esecuzione degli interventi».
EMERGENZA COVID
«A seguito dell’emergenza sanitaria, il Settore ricostruzione privata», scrive ancora la magistratura contabile, «ha emanato tre circolari per assicurare i flussi di cassa verso gli operatori economici che abbiano maturato delle spettanze per l’espletamento di attività nei processi di ricostruzione. È stata introdotta la sospensione del termine di ultimazione dei lavori per il periodo dell’emergenza ed è stata concessa la possibilità di pagare parzialmente le prestazioni svolte dai professionisti anche in mancanza della vidimazione da parte dell’ordine professionale. Introdotta anche e la possibilità di pagare le lavorazioni maturate ed eseguite al momento della sospensione».
RICOSTRUZIONE PUBBLICA
La difficoltà ad affrontare una mole enorme e articolati di procedimenti operando nell’ambito della normativa ordinaria, tanto con riferimento alle procedure istruttorie quanto alle risorse umane a disposizione», sottolineano i giudici, «presenta aspetti di complessità nella ricostruzione pubblica. A tal proposito, dai dati forniti dagli Uffici, appare difficoltoso computare una percentuale attendibile sullo stato d’avanzamento della ricostruzione, in quanto non risulta a oggi completo il quadro totale dei fabbisogni. Ciò in ragione del fatto che il quadro programmatorio degli interventi resta di competenza diretta dei singoli enti in qualità di proprietari e soggetti attuatori, senza un’unitaria cabina di regìa. La frammentarietà dei soggetti coinvolti, a detta degli uffici comunali, rende difficile realizzare il censimento totale degli interventi necessari». Da qui le sollecitazioni della Corte dei Conti «in ragione dell’importanza sociale e del valore intrinseco del patrimonio pubblico, a una pronta definizione e un attento monitoraggio sia in ragione della natura delle risorse impiegate sia per la rilevanza dei fini perseguiti. È evidente come la ricostruzione degli immobili pubblici dei quali è soggetto attuatore il Comune sia tuttora solo marginalmente avviata verso la fase operativa. Ciò non toglie che troppo è, ad oggi, il tempo che ci separa dall’evento sismico perché tali opere non siano concluse».
EDILIZIA SCOLASTICA
«Particolare attenzione», si legge ancora nella delibera, «merita la questione relativa agli interventi inerenti alla ricostruzione pubblica dell’edilizia scolastica. I finanziamenti attualmente disponibili, pari a 42.090.000 euro, sono destinati ad interventi per i quali il Comune ha rilevato ulteriori fabbisogni da finanziare, in corso di richiesta al Cipe».
Secondo la Corte dei Conti, «l’attuale avanzamento dei 17 interventi di ricostruzione dell’edilizia scolastica (quattro sono di competenza del Provveditorato alle opere pubbliche), per un importo complessivo pari a 94.220.311 euro, è il seguente: quattro interventi in fase di programmazione, per un importo di 32.153.415 euro; 11 interventi in fase di progettazione, per un importo di 52.557.754 euro; 2 interventi in fase di attuazione, per un importo di 9.509.142 euro».
BENI MONUMENTALI
«In merito ai Beni monumentali, il Comune riferisce di aver avviato una collaborazione con gli altri soggetti attuatori degli interventi di recupero del patrimonio culturale per accelerare e semplificare le complesse procedure di recupero dei beni sottoposti a vincolo di tutela», si legge nel documento, «l’attuale avanzamento dei dodici interventi di ricostruzione dei beni monumentali, per un importo complessivo pari ad euro 68.240.000 euro è il seguente: sette interventi in fase di programmazione, per un importo di euro 42.220.000 milioni di euro; tre interventi in fase di progettazione, per un importo di 12.770.000 euro; un intervento in fase di attuazione, per un importo di 11.700.000 euro; un intervento concluso, per un importo di 1.550.000 euro».
SEDI COMUNALI
«Per quanto attiene agli edifici sedi dell’ente municipale», scrive la Corte dei Conti, «l’amministrazione comunale ha individuato gli immobili dove collocare i suo uffici: si tratta dello storico palazzo Margherita, dell’ex autoparco comunale (primo lotto), dell’ex ospedale Santa Maria di Collemaggio (secondo lotto), dell’edificio che prima del sisma ospitava la scuola De Amicis a San Bernardino. Non può non osservarsi un ritardo nell’attività di recupero degli edifici di proprietà comunale danneggiati dal sisma che comporta anche la necessaria assunzione di oneri per fitti passivi, così come indicato nella precedente deliberazione di questa Corte».
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