Truffa corsi fantasma, respinto ricorso per dissequestrare i beni

Decisione del Riesame sul presunto raggiro di 200mila euro commesso ai danni di Fondartigianato La difesa di Lombardo e Fulvi: le lezioni ci furono e lo hanno confermato coloro che vi parteciparono

L’AQUILA. C’è identità di vedute tra gip e tribunale del Riesame in relazione al sequestro dei conti correnti e beni, tra cui anche una macchina di grossa cilindrata, nell’ambito dell’inchiesta su una truffa aggravata ai danni di Fondartigianato. Tra gli otto indagati gli ex vertici di Confartigianato Luigi Lombardo e Pio Fulvi e tre imprenditori Riccardo Parca, Fabio Fausti, entrambi di Terni e Sergio Molinari di Roma.

Ieri, pertanto, è stato discusso il ricorso presentato da Lombardo e Fulvi che è stato respinto dal Riesame. Nel mirino dei pm i corsi fantasma (per lavorare nel post-sisma) che per l’accusa non sarebbero mai stati fatti. L’avvocato dei ricorrenti,Vincenzo Calderoni, ha sostenuto in occasione della camera di consiglio che i corsi di formazione non erano fittizi e che, dunque, si sono svolti regolarmente. Ha inoltre precisato che durante l’indagine molti dei corsisti sono stati interrogati dagli investigatori (carabinieri e finanza) confermando la reale effettuazione delle lezioni. Ma, evidentemente, queste considerazioni non hanno influenzato i magistrati del tribunale. I ricorrenti, che in teoria possono anche rivolgersi alla Cassazione, grazie al ricorso hanno comunque ottenuto la possibilità di visionare tutti gli atti della Procura in modo da poter organizzare una migliore difesa.

Gli investigatori, mediante accertamenti documentali e informazioni testimoniali, ipotizzano che i precedenti vertici di Confartigianato aquilana, al fine di ottenere un contributo da Fondartigianato di Roma, per 204mila euro, avrebbero contabilizzato false spese per organizzare corsi di formazione che si sarebbero svolti solo in alcuni casi e in altri non si sarebbero tenuti affatto. Gli indagati, pertanto, avrebbero predisposto documentazione relativa a prestazioni didattiche ritenute fantasma senza il pagamento dei docenti.

Sempre secondo l’accusa gli indagati hanno rendicontato il pagamento di un canone annuo di locazione per l’utilizzo di un modulo abitativo provvisorio dove si sarebbero svolti alcuni dei corsi per un certo canone mentre, in realtà, il Map fu utilizzato per soli tre mesi ed era in proprietà dell’associazione «Cardinale Innocenti» di cui Lombardo e Fulvi erano i responsabili. Lo stesso Map era stato acquistato a un prezzo addirittura inferiore.

Per rendicontare l’utilizzo di materiale didattico gli indagati hanno utilizzato una fattura per operazioni inesistenti emessa da un’azienda di Terni. Ricevuta una tranche di contributo, Lombardo ne avrebbe distratto una parte dal conto di Confartigianato a favore di una società di Roma.

Fin qui l’inchiesta. A fronte di ciò i conti in rosso di Confartigianato con una crisi difficile da superare.

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