Turista straniera trovata morta in hotel

25 Ottobre 2024

La vittima aveva 83 anni, era giapponese e si era unita a una comitiva partita dal paese del Sol Levante per visitare l’Abruzzo

L’AQUILA. Si chiamava Yoko Kamijima, aveva 83 anni, ed era arrivata due sere fa all’Aquila con un sogno: visitare l’Abruzzo e le sue bellezze. Senza sapere, però, che quello sarebbe stato il suo ultimo desiderio, mai esaudito. Ieri mattina i vigili del fuoco hanno infatti dovuto forzare la porta finestra della camera d’albergo in cui alloggiava, al primo piano dell’hotel Federico II, in via Strinella, trovandola riversa sul pavimento del bagno, ormai morta. Vani infatti i tentativi di rianimarla da parte degli operatori del 118, che ne hanno poi constatato ufficialmente il decesso. Sul posto anche i carabinieri.
CHI ERA LA VITTIMA
Nata il 15 settembre 1941, a Tokio, Kamijima si era unita a una comitiva di 11 turisti, tutti partiti tre giorni fa alla volta dell’Italia, destinazione Abruzzo. Dopo lo scalo a Doha (Qatar), il gruppo, giunto da Roma nel capoluogo per ora di cena, ha poi pernottato come prima tappa all’Aquila. Il programma prevedeva un giro per la città, quindi un salto a Castel del Monte, uno a Santo Stefano di Sessanio, poi Campo Imperatore e infine Teramo.
IL RACCONTO DELLA TRAGEDIA
«L’aspettavamo per la colazione al ristorante dell’hotel» racconta Keiko Ogasa Wara, tour leader della comitiva. «Non vedendola arrivare, abbiamo pensato che fosse uscita, anche se poi non la vedevamo rientrare», spiega. «Così siamo andati a chiamarla in stanza, ma non rispondeva nessuno. Ci siamo quindi rivolti al direttore (Roberto Laglia, ndr), che ha provato con un passe partout, ma la porta era chiusa dall’interno». Infine la chiamata ai vigili del fuoco, che sono entrati dal terrazzo attraverso la finestra, fino a fare l’amara scoperta. La donna giaceva infatti sul pavimento del bagno priva di sensi, probabilmente vittima di un malore, e non si è più ripresa nonostante le manovre dei medici, a loro volta accorsi nella camera 110. La salma è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria. Per il rimpatrio si attende il nulla osta del pm. Nel frattempo si è già attivata l’ambasciata giapponese per rintracciare il fratello della vittima.
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