Urban center per «pensare» la città

Si concretizza l’idea lanciata dall’associazione Policentrica. Cavalieri: sarà un laboratorio progettuale

L’AQUILA. Non un luogo fisico, ma uno spazio aperto di condivisione di idee, proposte, progetti. Un laboratorio che permetta l’incontro tra istituzioni e popolazione, dove ridisegnare la città, o meglio le città, del futuro, quelle del post-terremoto. È questo l’obiettivo dello statuto dell’Urban Center, di cui ieri si è discusso in quarta commissione consiliare e che verrà portato in consiglio comunale.

La sede designata per il progetto sarà, almeno in un primo momento, quella del Palazzetto dei Nobili e in futuro l’ex liceo Scientifico di via Maiella. La proposta, che presto potrebbe diventare realtà, è dell’associazione Policentrica onlus che ha lavorato insieme all’Inu (Istituto nazionale di urbanistica) e allo stesso Comune.

Una volta approvato da parte del consiglio comunale, lo statuto diventerà un atto costitutivo e tutte le associazioni della città saranno chiamate a una manifestazione di interesse per il progetto. Al termine del percorso sarà infine possibile realizzare un’assemblea costitutiva e aprire i tavoli di discussione.

«La nostra idea è quella di una struttura permanente che possa mettere insieme la voce dei cittadini, quella dell’istituzione comunale, delle associazioni e degli ordini professionali», spiega il professor Walter Cavalieri, di Policentrica. «Le proposte che arriveranno dal basso potranno essere prese in considerazione e, se opportuno, realizzate dal Comune che è parte integrante dell’Urban center. Questa è sostanzialmente la novità: non si tratta di assemblee destinate a restare lettera morta, come molte in città, ma laboratori di progetti che hanno concrete possibilità di realizzazione».

In tal senso, l’associazione ha pensato anche a invitare alle riunioni facilitatori e mediatori che gestiscano le dinamiche dei tavoli di lavoro.

«L’Urban center sarà uno strumento operativo che servirà all’amministrazione comunale per attivare processi partecipativi e avviare una condivisione dei progetti» come sottolinea Antonella Marrocchi, una delle promotrici, «un’interfaccia bilaterale tra il Comune e i cittadini».

Molte le idee già in cantiere. «Cercheremo di individuare connessioni tra i poli diffusi nel territorio, un territorio molto cambiato col terremoto», continua Cavalieri. «Tra i progetti, per esempio, quello del Parco fluviale dell’Aterno: un’infrastruttura non solo ambientale, ma anche economica che potrebbe raccordare i piccoli centri che si sono sviluppati lungo il suo asse naturale. Diversi sono anche i progetti di recupero dell’inutilizzato, delle strutture in disuso che hanno comunque importanti potenzialità. Vogliamo poi lavorare alla riqualificazione delle periferie, sempre con il contributo dei cittadini che abitano queste realtà». L’Urban center si è reso necessario soprattutto dopo il 2009. «Dopo il sisma si sono modificate le relazioni tra centro storico e periferia», spiega l’architetto Maurizio Sbaffo, di Policentrica. «Oggi la città è organizzata in più centri e non si può far finta che sia rimasta quella del passato. Vogliamo migliorare l’urbs, progettando luoghi, piazze, realtà di aggregazione, trasformare i vuoti. Quello che manca, ancora oggi, è una visione strategica, un’idea di città. Attraverso la partecipazione vogliamo costruirne una che possa contemperare le esigenze dei cittadini, attraverso un organo deputato a esprimere pareri autorevoli nei confronti del Comune».

In tal senso l’Urban center intende anche dire la propria sul nuovo piano regolatore della città. «È importante rivalutare i centri storici, ma anche le periferie», conclude l’architetto Valeria Baglione, tra i promotori dell’iniziativa, insieme anche ad Antonio Di Giandomenico, «nell’ottica di una città- territorio».

L’Urban center potrebbe essere un’esperienza-pilota in Italia.

L’Aquila, infatti, sarà una delle 20 città italiane ad avere una struttura del genere, ma l’unica in una situazione come quella del post-sisma. All’interno della struttura a disposizione del Palazzetto dei Nobili sarà data la possibilità ai cittadini anche di organizzare mostre, convegni, eventi di vario tipo.

Michela Corridore

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