Via Amiternum, l’attesa infinita di Luigi

20 Gennaio 2016

Uno dei residenti nel complesso edilizio Ater lamenta i ritardi nei lavori: «Che fine hanno fatto i soldi?»

L’AQUILA. «Iniziamo a credere che nelle nostre case rientreremo direttamente da morti e mai più da vivi». Luigi Baliva, aquilano 74enne, non usa mezzi termini per descrivere il senso di frustrazione e di ansia, che vive da quando è stato costretto a lasciare la sua casa che si trova in via Amiternum, in una palazzina dell’Ater.

Tanti anni di sacrifici, fino al giorno in cui quella piccola e accogliente casa è riuscito ad acquistarla, insieme a sua moglie. «Dopo il terremoto le nostre case sono state dichiarate inagibili», racconta Baliva. «Ci hanno trasferito al Progetto Case di Sassa, ma la promessa era che si sarebbe trattato di una scelta solo provvisoria».

«La nostra speranza», va avanti nel racconto, «era che un giorno le nostre case sarebbero tornate agibili dopo interventi strutturali, ma non è stato così». La stessa situazione di Baliva, che vive da solo con la moglie, è vissuta almeno da un’altra sessantina di famiglie in quella zona. Una ventina sono quelle che sono riuscite, negli anni, ad acquistare le case direttamente dall’Ater. «Siamo andati a bussare all’Ater tantissime volte», denuncia l’anziano. «Ogni volta ci rispondono che non hanno i soldi e che non possono farci niente. Mi chiedo allora: ma tutti i soldi che arrivano all’Aquila per la ricostruzione che fine fanno?». «All’Ater ci hanno anche detto che ne arriveranno altri, e che dobbiamo pazientare» dice Baliva, «ma come facciamo noi a pazientare e ad aspettare? Sono anni che aspettiamo. Siamo anziani, quanto tempo ci rimane ancora per riavere la nostra casa e tornare a essere sereni?».

«Ho scritto anche una lettera a Renzi e mi hanno risposto dalla sua segreteria» conclude. «Dicono che con la prossima legge di Stabilità arriveranno ancora fondi. Noi ormai non ci crediamo più».(m.t.)

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