Viaggio nella città blindata e deserta

Il cronista: più polizia che civili in giro a ridosso della zona rossa dove non si entra.

L’AQUILA. La città sembra sotto assedio. E non solo nella zona rossa militarizzata che circonda la caserma della Finanza dove si svolgerà il G8. Ma anche l’altra zona rossa, quella terremotata del centro, è presidiata come non mai con l’Esercito in tutti i varchi. Uno spiegamento di forze mai visto in una città deserta: non solo perchè come ogni domenica molti sono andati sulla costa ma anche perchè la concomitanza del G8 ha indotto altri ad allontanarsi per qualche giorno.

TANTA POLIZIA. L’impressione che i componenti delle forze dell’ordine siano addirittura più dei residenti a giudicare da quello che si vede in giro. Il pattugliamento è inflessibile e ben articolato. I pacifici tentativi di inoltrarci verso la caserma della Finanza sembrano votati all’insuccesso. Inoltre c’è sempre un grande e rumoroso elicottero che volteggia ininterrottamente, con gran fastidio per chi sta sotto, e monitora il transito delle automobili pronto a segnalare strani movimenti alle pattuglie.

SI PARTE. Il viaggio di cronista e fotografo parte dalla caserma Pasquali dove i vigili urbani in servizio sfoggiano una fiammante Peugeot 308, versione station wagon, da ieri in dotazione alla poliza municipale. Lì, dove si incrociano la statale 17 e la statale 80 non si passa proprio. Un fuoristrada della polizia, messo quasi di traverso, impedisce sortite verso la zona rossa militarizzata. Si torna indietro e riparte la marcia di avvicinamento A Coppito. Ma di fronte alla scuola Reiss Romoli c’è un minibus con una quindicina di carabinieri e poco dopo un posto di blocco, sempre dell’Arma: i militari ci riconoscono e sono gentilissimi ma fanno intendere che l’unica manovra che possiamo fare è la marcia indietro. Li assecondiamo e torniamo dalle parti del San Salvatore, sempre nella stessa zona. Dopo avere fatto lo slalom in una area caratterizzata da fettucce bianche e rosse, zona quindi interdetta chissà per quale ragione, ci immettiamo ancora sulla statale 80 di nuovo in direzione Coppito.

Lì c’è il posto di blocco ma, in teoria anche uno spazio per passare lo stesso. Procediamo alla chetichella, confidando che la presenza di un’altra macchina possa distrarre la pattuglia, ma quando sembra fatta si sente il fischio perentorio di una vigilessa che, con ampia e decisa mimica, fa capire che è meglio per tutti se torniamo sui nostri passi. Non ci perdiamo d’animo e con una virata arriviamo a Pettino tentando un altro ingresso: imbocchiamo via Antica Arischia e, dopo avere evitato un branco di randagi, di cui la frazione è sempre piena, proviamo a far breccia nei pressi della Coop di Amiternum dove c’è la rotatoria. Ma è consigliabile desistere: passano una quindicina di minibus della guardia di finanza e più che altro sembra di assistere a una parata. E a rendere più vivace il contesto c’è anche la polizia a cavallo che all’Aquila non si vede nemmeno nel giorno della festa del Corpo. Dunque non si passa.

CHIUSI PER G8. Nel corso dell’itinerario ai confini nella zona rossa, quella presidiata, notiamo anche la presenza di alcuni cartelli su bar e locali nei quali si annuncia la chiusura dall’8 al 10 luglio. Nonostante tanta polizia la gente sembra avere paura di quello che può succedere con i cortei dei no global. Ed è curioso che questi annunci compaiano in zone non lontane da dove sosteranno i «Grandi della terra», quelle più protette. L’impressione è che questa tendenza si estenderà anche agli esercivi dell’altro capo della città. Ma ci sono locali chiusi anche per un’altra ragione: sono off limits in quano posti sui colli vicini alla scuola della finanza dai quali è possibile, con teleobiettivi, sbirciare nella struttura militare.