Villaggio preistorico scoperto nel Fucino 

Risale a 6800 anni fa, è il più antico insediamento dell’uomo

LECCE NEI MARSI. Sensazionale scoperta di un villaggio preistorico, risalente al Neolitico antico, cioè a circa 6800 anni fa. Il ritrovamento è avvenuto in località Rio Tavana, a Lecce nei Marsi, durante gli scavi che l’Università di Pisa, in stretta collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell’Abruzzo stanno eseguendo in località Rio Tavana alle porte di Lecce nei Marsi. La campagna di scavi – che rientra nel programma estivo 2019 della scuola di archeologia, nata nel 2014, e nella quale sono impegnanti una ventina di giovani tra archeologi e studenti provenienti da tutto il mondo – è coordinata da Cristiana Petrinelli Pannocchia, dell’Università di Pisa. «Nella piana del Fucino», commenta Emanuela Ceccaroni, funzionaria della Soprintendenza e responsabile degli scavi nella Marsica, «vi sono altri siti neolitici: in località Santo Stefano a Ortucchio, in località Cellitto a Paterno e in località Paludi a Celano, ma il villaggio scoperto a Lecce è quello più antico: datazione che abbiamo potuto stabilire utilizzando il metodo del radiocarbonio».
LE SCOPERTE. Qualcuno di questi siti, alla fine del Novecento, fu segnalato alla Soprintendenza dall’allora presidente dell’Archeoclub della Marsica, Umberto Irti. Gli scavi hanno portato finora alla luce ceramiche, strumenti in pietra e resti di ossa di animali.
LA DATAZIONE. Il Neolitico va da circa 8000 a 5000 anni fa, quando ebbe inizio l’Età dei metalli. Fu un periodo rivoluzionario, caratterizzato, oltre che dall’introduzione della pietra levigata e della ceramica, anche dall’agricoltura e dall’allevamento degli animali: mutamenti profondi che trasformarono gli uomini da cacciatori e raccoglitori in coltivatori, dando origine ai primi insediamenti stabili. Nacquero così i primi villaggi, costruiti generalmente in prossimità di fiumi, come quello scoperto a Lecce nei Marsi.
NON SOLO SCAVI. L’iniziativa promossa dall’Università di Pisa ha finalità didattiche, così il lavoro per gli studenti che vi partecipano si articola in due momenti: la mattina sono impegnati negli scavi che hanno portato alla straordinaria scoperta, nel pomeriggio, in locali messi loro a disposizione dal Comune di Lecce, seguono lezioni impartite da docenti universitari su tematiche archeologiche. Da lunedì, per alcuni giorni, la mattina si trasferiranno ad Alba Fucens, per seguire l’opera di restauro dei mosaici della Domus di via del Miliario, risalenti al I-II secolo d.C. Scoperti negli anni Cinquanta del ‘900, erano stati fotografati e risotterrati. Ora, riportati alla luce, vengono restaurati sotto la guida della Soprintendenza. Nel pomeriggio, però, gli studenti ritornano a Lecce nei Marsi per continuare a seguire le lezioni di archeologia.
GIORNATA DI STUDI. Martedì prossimo, a partire dalle 10.20, al Palazzo Torlonia di Avezzano, è prevista una “Giornata di studi”, avente per tema “Antropologia e ricerca archeologica”. Vi partecipano, oltre al gruppo di studenti impegnanti negli scavi e alla responsabile, Cristiana Petrinelli, l’archeologa Alice Vassanelli dell’Università di Pisa, Anna Maria Poma, Giulia Vecchiotti e Osvaldo Zarivi dell’Università dell’Aquila e Damiano Marchi dell’Università di Bologna. Si parlerà di geni, Dna, modelli di vita e malattie nel passato. Poiché la maggior parte degli studenti è straniera, le relazioni saranno in inglese. Mercoledì 31 luglio, poi, alle 16.30, è prevista una visita guidata all’importante sito neolitico di Lecce.
IL SOGNO MUSEO. Il Comune, che ha messo a disposizione degli ospiti la palestra e le scuole, vede nella scoperta del sito una formidabile opportunità per rilanciare il turismo. «È nostra intenzione», afferma il vicesindaco Augusto Barile, «di fare della biblioteca Enrico Zampetti un Museo in cui esporre i reperti venuti alla luce nel sito archeologico di Rio Tavana». Enrico Zampetti, originario di Lecce nei Marsi, fu direttore della Biblioteca del Senato. Il figlio Ugo è segretario generale del Quirinale.
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