Vittime, la memoria incompleta

Appello del Centro ai lettori per ricostruire volti e storie di chi non c’è più.

L’AQUILA. Aveva 90 anni ed è morto la notte del sei aprile. Di Gaetano Bernardi non si è riusciti a sapere altro. Nel memoriale che il sito del Centro ha dedicato alle vittime del sisma non c’è un’immagine, una voce che racconti chi era, cosa faceva prima di quella notte.
Così come non si è riusciti a sapere altro di Margherita Borrelli, Odolinda Di Stefano, Liliana Elleboro, Vincenzo Liberati, Ada Magno, Oreste Ranieri, Maurizio Romualdo, Mario Valente. Tutte persone anziane di cui non si è ancora riusciti a ricostruire i frammenti di vita. Insieme alle loro storie mancano ancora le immagini di molte delle persone che sono morte quella notte.

Manca ancora, insomma, un pezzo della memoria delle vittime di questo terremoto. Una memoria che sin dall’inizio è stata di collettiva e collettivamente è stata costruita, messaggio dopo messaggio, storia dopo storia, foto dopo foto. Chi aveva conosciuto le persone scomparse ha regalato una parte dei suoi ricordi a tutti, per costruire, custodire e alimentare il ricordo di chi non c’è più.
Per questo il Centro chiede aiuto a tutti quelli che hanno conosciuto le vittime del sisma. Chiede di donare un ricordo, un’immagine, qualsiasi cosa possa servire a conoscere chi ha perso la vita il sei aprile. Per non dimenticarlo. Chi vuole può usare lo spazio sul sito del Centro (www.ilcentro.it) oppure mandare una mail a memoriale@ilcentro.it.

Fino a oggi sono oltre 3100 i messaggi che hanno contribuito a costruire il monumento delle vittime: c’è chi ha mandato la foto dell’amico che non c’è più, chi ha raccontato il suo professore delle scuole superiori, chi i bambini dell’ombrellone accanto o il nonno sopravvissuto alla guerra ma non al terremoto.
Altri hanno usato il memoriale per aprire un dialogo con le persone scomparse. Hanno cominciato ad aprile e non hanno mai smesso di scrivere.

L’ultimo messaggio è di ieri, ed è stato scritto alle 9:02 del mattino. E’ per Marta Zelena, la ragazza della Repubblica Ceca che il sei aprile era all’Aquila per un viaggio premio organizzato dalla sua scuola. Un amico ha mandato una sua foto in bianco e nero: Marta è seduta per terra, la testa inclinata da un lato, sorride. Andel1 le racconta lo strazio dei suoi genitori e i loro sforzi per farle avere giustizia. Come se lei fosse lì a leggerlo, come se fosse ancora viva.

Cinzia ha mandato alla sua amica Valentina Rossi la foto dell’albero di Natale. Arem6 invece, il 27 dicembre ha scritto alla sua amica Giovanna Bernardi. Le ha raccontato che è andata a conoscere i suoi genitori, le sue sorelle, ha visto le foto di famiglia.
Scrivono le mamme e le zie dei compagnetti di classe dei bambini che non ci sono più. E scrivono i volontari, le persone che hanno aiutato e continuano ad aiutare gli aquilani. Scrivono, dice ele579, volontaria dell’Unitalsi, a «quelli a cui va il primo pensiero nelle nostre mattine. Quelli che ora non possiamo più dimenticare».