carcinoma mammario

LA PREVENZIONE DEL TUMORE AL SENO

il progetto è coordinato interamente dall’esperienza e dalla professionalità del Professor Ettore Cianchetti e per quanto concerne la Medicina Integrata dalla figura del Dott. Massimo Rinaldi, uno dei maggiori esperti del campo a livello nazionale.

Il carcinoma della mammella è una malattia legata alla trasformazione maligna di alcune cellule che, crescendo in maniera autonoma e incontrollata, acquisiscono la capacità di infiltrare i tessuti e gli organi circostanti e infine, a volte, di migrare in altre parti del corpo formando metastasi. Si tratta di una problematica di forte impatto sociale in quanto rappresenta la neoplasia maligna più frequente tra le donne di tutte le età: interessa 1 donna su 9 e costituisce la principale causa di morte nella popolazione femminile oltre i 35 anni.  E’oggi la neoplasia più frequente in Italia e rappresenta il 30,3 % di tutti i tumori diagnosticati. Anche gli uomini, seppur raramente, possono sviluppare questa malattia (1 caso ogni 100 tumori del seno).

Dott. Massimo Rinaldi

Il numero dei casi di carcinoma mammario è aumentato in modo significativo negli ultimi decenni a causa dei cambiamenti dello stile di vita nel mondo occidentale: si è calcolato, infatti, che esso è fino a 8-10 volte più frequente nella popolazione occidentale ricca rispetto alle aeree più povere del terzo mondo. Parallelamente all’aumento dell’incidenza però diminuisce la mortalità grazie alla diagnosi precoce ed alle cure.

Il carcinoma della mammella viene definita una malattia ad origine multifattoriale, ovvero alla cui comparsa contribuiscono diverse cause: individuali come età, stile di vita, sovrappeso, storia clinica e fisiologica (allattamento, numero di gravidanze, eventuali terapie ormonali), familiari, genetiche e biologiche (come la presenza di atipie cellulari o altri tipi di precancerosi precedentemente riscontrate).

Nonostante esistano precise condizioni predisponenti alla comparsa di tumore al seno, gran parte dei tumori si verifica in donne prive di fattori di rischio: per questo motivo tutte le donne devono essere informate sulla utilità della prevenzione.

In generale è possibile ridurre il proprio rischio di ammalarsi attuando la prevenzione primaria che ha lo scopo di evitare o ritardare la comparsa di malattia: consiste nell’adottare uno stile di vita che preveda esercizio fisico costante e regolare, astensione dal fumo e dal consumo di alcolici e alimentazione corretta ed equilibrata con controllo del peso corporeo.

La prevenzione secondaria è rappresentata dalla diagnosi precoce che ha l’obiettivo di individuare il tumore prima che esso sia clinicamente palpabile e quando è generalmente ancora in fase iniziale: questo consente di avere un’elevata probabilità di guarigione completa con cure di minore entità e con minimo disagio.

Il cardine della prevenzione secondaria è rappresentato delle metodiche di imaging attualmente disponibili, come mammografia ed ecografia. L’autopalpazione, sebbene utile per conoscere il proprio corpo e familiarizzare con esso, non è uno strumento di diagnosi precoce e non è sufficiente per effettuare un efficace monitoraggio della salute del proprio seno. Qualora tuttavia si riscontrasse “qualcosa di diverso “ nella mammella come tumefazioni, retrazioni della cute, alterazioni del profilo mammario è fondamentale rivolgersi con fiducia al medico specialista per sottoporsi ad accertamenti diagnostici.

Professor Ettore Cianchetti

L’indagine strumentale definita gold standard per la diagnosi dopo i 40 anni è la mammografia, esame non invasivo e non doloroso che può essere eseguito in un ambulatorio dotato di mammografo digitale di ultima generazione dove la paziente viene presa in carico da un tecnico di radiologia medica che provvede alla compressione della mammella ed alla erogazione dei raggi X per la realizzazione dell’immagine mammografica, attraverso la quale possono essere indentificate dallo specialista radiologo, delle alterazioni sospette. In alcuni casi, in particolar modo nel seno denso, è necessario integrare tale esame con l’ecografia che si effettua mediante un apparecchio in grado di generare ultrasuoni: essa può anche essere usata come unico strumento diagnostico nelle donne giovani (età inferiore ai 40 anni) e nelle donne in gravidanza, in quanto non emette radiazioni. In casi selezionati può essere utilizzata la risonanza magnetica mammaria e può essere eseguita la microbiopsia per la caratterizzazione microistologica di lesioni dubbie o sospette. Importante ai fini della diagnosi precoce è l’adesione al programma di screening mammografico che nella regione Abruzzo prevede la possibilità di eseguire gratuitamente la mammografia ogni due anni per tutte le donne di età compresa tra 50 e 69 anni di età.

La diffusione della mammografia e dei programmi di screening mammografico sul territorio, ha portato alla individuazione sempre più frequente di lesioni precliniche, consentendo tecniche di  chirurgia conservativa con asportazione del  tumore mammario circondato da una minima porzione di ghiandola sana: questo garantisce la radicalità chirurgica rispettando quanto più possibile  la forma e la dimensione della mammella operata, con buoni risultati in termini estetici; permette inoltre una convalescenza più rapida ed una più veloce guarigione della ferita. La chirurgia per tumore al seno si associa alla chirurgia per l’analisi dei linfonodi nell’ascella in quanto questo tipo di tumore predilige la diffusione per via linfatica: la tecnica più diffusa è la biopsia del linfonodo sentinella che preleva il primo linfonodo che riceve linfa dall’area della mammella affetta da tumore. Nei casi più avanzati è comunque possibile avere un controllo locale della malattia con un intervento di mastectomia e, grazie alle tecniche ricostruttive oncoplastiche che permettono “demolizioni” sempre più conservative, è possibile ricostruire la mammella con l’utilizzo di impianti protesici (permanenti o temporanei) e di tessuti autologhi.

Il Centro San Donato che  ha come cardine la qualità del servizio offerto, fa riferimento per il percorso senologico alla Breast Unit dell’Ospedale di Ortona,  attualmente unica struttura in Abruzzo e una delle tre del Sud Italia ad avere la Certificazione di qualità EUSOMA che garantisce che la qualità del percorso di cura sia uguale in tutte le strutture aderenti e che vanta un ambulatorio di Medicina Integrata  con sezione di nutrizione, agopuntura, ozonoterapia e attività fisica adattata, ripetutamente premiata nel corso degli anni per la sua efficacia, innovazione e per la sua capacità di favorire la prevenzione primaria, terziaria e quaternaria degli effetti collaterali delle terapie del tumore mammario, nonché delle più comuni patologie croniche non trasmissibili.

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