Il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo presenta il nuovo progetto legato alle bollicine da vitigni autoc

Spumante d’Abruzzo DOC Trabocco: le bollicine tra l’Adriatico e le colline d’Abruzzo

I consumi italiani di spumante hanno raggiunto la maturità facendo segnare nel 2022 una quota sul totale vino di tutto rispetto, pari al 13,5%, con l’export a confermare il ruolo trainante degli spumanti nazionali in favore di tutto il comparto. Nel 2022 l’Italia ha esportato 5,2 milioni di ettolitri di bollicine, in aumento del 6% sul 2021 (Dati Osservatorio UIV Vinitaly).

Incoraggiato da questi trend di mercato, il Consorzio Tutela vini d’Abruzzo ha intrapreso da tempo un percorso di valorizzazione degli spumanti prodotti da vitigni autoctoni.

Eccellenza in ogni calice

Nel 2010 il Consorzio ha voluto tutelare gli autoctoni riscoperti e rigorosamente imbottigliati in regione con la nascita della DOC Abruzzo. Il disciplinare comprese fin da subito anche la tipologia Spumante vinificato in bianco o rosé, realizzato con metodo Italiano o Classico e con l’utilizzo anche di vitigni internazionali.

Pecorino e Passerina d’Abruzzo si distinsero da subito per essere adatti anche alla spumantizzazione.

«Le nostre uve – spiega Alessandro Nicodemi presidente del Consorzio Tutela vini d’Abruzzo – sono naturalmente predisposte alla spumantizzazione e vi è ormai l’esigenza di portare sui mercati un prodotto totalmente abruzzese, realizzato con i nostri vitigni, vinificato e imbottigliato in regione e che porta con sé un nome estremamente identificativo. Da luglio dello scorso anno è stato infatti approvato il regolamento dell’utilizzo del marchio collettivo Trabocco che circoscrive la possibilità di utilizzarlo solo per spumanti prodotti con Metodo Italiano e soprattutto con l’utilizzo esclusivo delle nostre uve autoctone».

 La tradizione fin dal nome

L’esigenza di individuare un marchio collettivo risale al 2018, quando venne avviato un percorso per valorizzare il rapporto di questo prodotto con il territorio. Nel 2020 viene registrato il marchio Trabocco; il trabocco è proprio l’antica macchina da pesca tipica delle coste abruzzesi scelta per il naming e per il logo. Candidata a diventare patrimonio UNESCO, è uno dei caratteri distintivi del litorale adriatico e ha prestato il nome a un prodotto che andava a distinguere una regione già famosa per il suo paesaggio e celebrata tra i wine lovers per le sue etichette.

Con il Montepulciano d’Abruzzo sul podio dei rossi più bevuti del mondo, l’antico strumento di pesca connotava immediatamente la provenienza e la qualità dell’Italia dai migliori calici.

Registrato nel 2020, il simbolo iconico riconosciuto in tutto il mondo, mira oggi a valorizzare gli spumanti prodotti in Abruzzo con Metodo Italiano da uve autoctone quali Passerina, Pecorino, Trebbiano, Montonico, Cococciola e Montepulciano. Le caratteristiche di alta acidità e bassa gradazione, le rendono uniche e donano eccellenti basi spumanti.

Etichetta trasparente

La riorganizzazione dei disciplinari di produzione per la Doc Abruzzo o d’Abruzzo Doc ha introdotto la possibilità di specificare il vitigno di provenienza (Pecorino, Passerina, Montonico e Cococciola). L’aggiunta del marchio collettivo in etichetta – Spumante d’Abruzzo DOC Trabocco – rappresenta un ulteriore passo in avanti nel percorso di caratterizzazione e riconoscibilità delle bollicine abruzzesi.

“Diversi viticoltori hanno iniziato ad investire in questa direzione – continua Nicodemi e da qualche anno propongono spumanti con un buon successo. Credo che la strada sia lunga ma, se percorsa con lungimiranza e strategia, si potranno sicuramente avere degli ottimi risultati e l’Abruzzo potrà candidarsi anche come produttore di vini spumanti oltre che come terra di grandi rossi”.

www.vinidabruzzo.it