«Il Teramo combinò la partita di Savona»

11 Giugno 2015

La Dda di Catanzaro: Campitelli e Di Giuseppe hanno incaricato Di Nicola di comprare la vittoria con 30mila euro utilizzando più intermediari

TERAMO. Basta un attimo, il tempo di leggere un lancio dell’Ansa delle 9.09 di ieri, perché il calcio teramano passi dal sogno all’incubo. «La polizia ha notificato stamani cinque avvisi di garanzia nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Catanzaro sul calcioscommesse. Al centro delle nuove indagini la gara Savona-Teramo di Lega Pro che ha consentito agli abruzzesi di ottenere la promozione in serie B». Poco dopo si saprà che tra i cinque indagati ci sono il presidente del Teramo Luciano Campitelli, 59 anni, e il direttore sportivo biancorosso Marcello Di Giuseppe, 47. Con loro il collaboratore tecnico del Parma Giuliano Pesce, 50 anni, noto in Abruzzo per essere stato il dg del Lanciano nel 2004-05, ai tempi della gestione Angelucci; il consulente del Savona Marco Barghigiani, 52 anni, e il calciatore del San Paolo Padova – ex di Teramo e Pescara – Davide Matteini, 33 anni.

Qualche altro minuto e si delinea l’accusa. «Le indagini - si legge in una nota della polizia di Catanzaro, che conduce le indagini insieme allo Sco (servizio centrale operativo) di Roma - hanno portato alla luce come la dirigenza del Teramo abbia raggiunto tanto risultato dando mandato all’esperto di frodi sportive, Ercole Di Nicola, direttore sportivo dell’Aquila e già indagato nell’operazione “Dirty soccer”, affinchè combinasse il risultato dell’incontro procurando la vittoria al Teramo». Secondo gli inquirenti, Di Nicola si sarebbe avvalso «della collaborazione di altri professionisti del calcio», ovvero l’allenatore del Barletta Ninni Corda, anche lui già sotto indagine, e il menzionato Pesce, che per il Parma teneva i rapporti con il Savona (dove giocavano diversi giovani di proprietà della società emiliana). Gli indagati, secondo gli inquirenti, avrebbero ricevuto 30mila euro dal presidente e dal ds del Teramo per la combine.

Per la giustizia ordinaria è una frode sportiva e riguarda solo gli individui. Per quella sportiva è un illecito sportivo, ovvero un tentativo (che si sia effettivamente concretizzato non conta nulla) di alterare il risultato, e – se dimostrato al termine del processo – comporterebbe (come leggete nell’articolo qui a fianco) gravissime conseguenze per il Teramo calcio. Che rischia di perdere non solo la B ma addirittura la Lega Pro, e di essere retrocesso in serie D.

Intanto emerge già con chiarezza che con il calcioscommesse Savona-Teramo non c’entra nulla. I dati dei principali bookmaker italiani sulla partita dicono che sul versante delle scommesse nulla di anomalo è stato registrato. «La raccolta di gioco sul match è stata bassissima, sotto la media per una partita di Lega Pro - riferiscono all’Agi i responsabili degli uffici quote dei maggiori bookmaker - Per noi, almeno da questo punto di vista, la partita era regolare». Le carte dell’accusa, però, appaiono molto circostanziate e parlano di un tentativo di combine svolto in due tempi. Secondo la procura antimafia di Catanzaro Di Nicola, «ricevuto incarico da Campitelli e Di Giuseppe, anche attraverso la mediazione di Matteini offriva denaro o altra utilità o vantaggio a due calciatori del Savona, Marco Cabeccia e Alessandro Marchetti, affinchè alterassero le proprie prestazioni a favore della squadra avversaria, offerta che però - si legge nell’avviso di garanzia - veniva rifiutata dai due calciatori». A questo punto, sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, gli indagati avrebbero intrapreso un’altra strada. Con l’intermediazione di Corda e Pesce avrebbero promesso 30.000 euro a Barghigiani che «accettava e si faceva latore della proposta corruttiva con altri calciatori del Savona, allo stato non identificati, affinchè la squadra del Savona uscisse sconfitta».

Campitelli e Di Giuseppe saranno interrogati il 17 a Catanzaro. Intanto un’intera città è nell’angoscia.

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