Il Tar mette fine alla lite per l’incarico

Ricorso di una ricercatrice per un posto nel consiglio d’amministrazione, ma i giudici danno lo stop
CHIETI. «Inammissibile per difetto di giurisdizione». Con questa formula il Tribunale amministrativo di Pescara boccia il ricorso di Mariagrazia Del Fuoco, che avrebbe voluto prendere il posto del docente della d’Annunzio ed ex assessore comunale di Pescara Stefano Civitarese Matteucci in seno al Consiglio d’amministrazione dell’ateneo.
A volere l’ingresso di Civitarese nel Cda della d’Annunzio è stato l’allora rettore Carmine Di Ilio, di cui Civitarese era persona di fiducia nonché stretto collaboratore per alcuni dei casi più scottanti che avevano interessato l’università. La Del Fuoco, rappresentante dei ricercatori dell’ateneo, non ha mai potuto ricoprire l’incarico a causa di una delibera che il Senato accademico ha assunto nella seduta del 13 ottobre del 2016, con cui veniva esclusa la candidabilità della Del Fuoco al ruolo di componente interna del Consiglio di amministrazione di ateneo per il quadriennio 2016-2020. La Del Fuoco è ricorsa al Tar proprio per chiedere l’annullamento di quella delibera del Senato accademico ma il tribunale ha giudicato il ricorso inammissibile. Secondo i giudici del Tar va, però, «declinata la giurisdizione in favore del giudice ordinario, dinanzi al quale il giudizio potrà essere riassunto». Ovviamente, da quando è stato presentato il ricorso ad oggi, in università sono cambiate molte cose: Civitarese non è più in Consiglio d’amministrazione e il rettore non è più Di Ilio ma Sergio Caputi.
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