… 21 MAGGIO 1215
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Nei pomeriggi, dopo aver aiutato mamma ad accudire gli animali, io insieme a Lodovico, Jacopo, Leopoldo e Michelangelo; andavamo fuori dalle mura del feudo in cerca di avventure.
Io sono Davide, figlio di Arcangelo (armiere istruttore di spada di corte e di Francesca sarta). Lodovico è figlio di Lorenzo (sellaio grasso baffuto e di Maria che alleva le oche). Jacopo figlio di Enrico (pittore su tela e di Angelina vasaia). Leopoldo figlio di Ercole (capo delle guardie e di Luisa laniera). Michelangelo dice che suo padre è un indovino e conosce il futuro. In realtà,
i grandi dicono che non si sa bene chi è il padre . Michelangelo è stato trovato in un cestino, davanti alla bottega dello scultore. Michelangelo è forte simpatico ed è sempre abbronzato, pure in inverno con il sole nascosto. La mamma è bellissima, ha la pelle chiara come il latte. Non capisco perché, quando lei passa, i grandi fanno strane facce e dicono cose sporche…Mio nonno mi ha raccontato che lei, quando era incinta di Michelangelo, voleva mangiare le carrube ma non le trovava … così le è venuta la voglia e Michelangelo è nato scuro, come una carruba. Il padre di Lodovico dice che la storia delle carrube non è vera e sa perché è scuro. Io credo a mio nonno. Non mi racconterebbe mai una cosa che non è vera. Dentro le mura era sempre una noia e noi di nascosto dai nostri genitori, aspettavamo il passaggio di qualche forestiero per
oltrepassare il ponte levatoio. Di solito, andavamo al grande stagno o al fiume per catturare i figlioletti delle rane . Poi li mettevamo nei vasi di vetro che portava Jacopo; ci piaceva vedere come crescevano e cambiavano. A volte riuscivamo a metterci anche dei pesciolini. Portavamo
vecchi coperchi di rame e bastoni, con i quali battevamo per fare rumore e spaventare linci o lupi che andavano a bere. Quel pomeriggio, avevamo preso tre piccole trote ed una anguilla, le tenevamo in un altro vaso perché i pesci ci mangiavano i figlioletti delle rane. Stavamo litigando
per dividerci i pesci, ad un certo punto si sentì lo sferragliare di un carro. Quando giunse sul viale, noi nascosti dietro una grande roccia notammo con grande entusiasmo, che era il carro dei teatranti trainato da due robusti muli. Le primavere venivano ad esibirsi all'interno delle mura rallegrando le nostre serate. Alla fine dello spettacolo noi bambini ci riunivamo intorno
al pozzo vicino al palazzo e un signore anziano ci raccontava storie incredibili di draghi e carri volanti . Io, impressionato dai racconti , poi non riuscivo a dormire e andavo nel lettone grande in mezzo ai miei genitori ; se prendevo sonno sognavo draghi e carri con ali di metallo come le spade che costruiva mio padre. Tornando al carro… mentre stavamo per uscire allo scoperto, arrivarono velocissimi sette cavalieri mascherati. Erano armati di mazze che avevano all'estremità catene e palle di ferro con chiodi. Aggredirono il capo della compagnia che fu
colpito con un calcio in faccia. La moglie del capo cominciò ad urlare e fu subito immobilizzata da altri farabutti . Noi rimasti pietrificati dalla scena eravamo stretti l'uno all'altro ammutoliti. I banditi rapirono la figlia bionda bellissima con capelli che sembravano d'oro. Ad un certo punto da lontano si alzò un polverone …EVVIVA era il padre di Leopoldo che non trovandoci in città , preoccupato aveva velocemente organizzato una squadra di giovani soldati per l' intervento . Fu così, che catturarono i banditi, liberarono la ragazza e noi uscimmo da dietro la roccia .
21 maggio 1215
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