A Francavilla il precedente del 2018
Il caso di Filippone, suicida dopo aver ucciso la moglie e la figlia
L’AQUILA. La tragedia dell’Aquila riporta alla mente la strage del maggio del 2018 quando fanno il giro d’Italia le drammatiche immagini di Fausto Filippone, 49enne conosciuto manager d’azienda, aggrappato per ore alla recinzione di un viadotto dell’A14 a Francavilla.
Prima di quel gesto l’uomo ha ucciso moglie e figlia. Nell’arco di una mattinata ha scaraventato dal balcone del terzo piano di una palazzina di Chieti Scalo la moglie Marina Angrilli, 52enne insegnante di lettere. Poi è andato a prendere la figlia Ludovica di 10 anni nella casa di Pescara e, così come racconteranno le successive indagini, è entrato in autostrada, ha parcheggiato l’auto e ha lanciato la bambina da un viadotto alto 40 metri. Lo stesso da cui anche lui si lancerà dopo la strage dei familiari.
Ma nel drammatico elenco di tragedie, l’Abruzzo ricorda anche quella di Pescina. È l’ottobre del 2013 quando davanti a un supermercato della cittadina marsicana Veli Selmanay, bracciante agricolo di 46 anni, uccide a colpi di pistola la ex moglie di 50 anni e la figlia di 20. L'uomo, kosovaro di etnia albanese, il giorno prima era rientrato dalla Germania dove aveva trovato lavoro successivamente alla separazione dalla donna. La coppia aveva 7 figli. L'uomo, che era stato accusato di molestie sessuali, venne rintracciato dalle forze dell’ordine poco tempo dopo i fatti alla guida della sua auto. Nel 2015 è stato condannato all’ergastolo.
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