Abruzzo, 56 contagi: trend in calo Marsilio: «Spiraglio di speranza»  

Le vittime salgono a 115. Verì: «Disponibili 276 letti, nulla fa presagire un collasso del sistema»

PESCARA. «I dati dei nuovi contagi degli ultimi due giorni mostrano uno spiraglio di speranza». Il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, commenta così gli ultimi aggiornamenti sull’emergenza coronavirus. Per il secondo giorno consecutivo, i nuovi casi sono meno di 60. Il totale sale a quota 1.401. Continua a crescere, però, il numero delle vittime, che arriva a 115. Al pesante dato dei decessi si contrappone quello delle guarigioni, che pure sono in crescita: 95 le persone che hanno risolto i problemi dovuti al Covid-19.
NUOVI CASI. Sono 56 i nuovi casi emersi dai test. Sette fanno riferimento alla Asl Avezzano Sulmona L’Aquila, otto alla Asl Lanciano Vasto Chieti, 28 alla Asl di Pescara e 13 alla Asl di Teramo. Ad Avezzano c’è un’attenzione particolare perché si teme un focolaio a causa di una serie di contagi avvenuti in modo repentino all’interno di un unico nucleo familiare. Si tratta finora di 15 persone (6 ieri). Per tale motivo le istituzioni stanno monitorando la situazione. Intanto, il primo caso è stato registrato a Celano dove una donna è risultata positiva al tampone.
LE VITTIME. Il bilancio delle vittime sale ancora. Tredici i decessi più recenti: un 88enne di San Salvo, una 86enne di Rocca San Giovanni, un 81enne di Castilenti, un 79enne di Castiglione Messer Raimondo, un 76enne di Sant’Egidio alla Vibrata, un 89enne di Elice, un 75enne di Ortona, un 74enne di Penne, un 85enne di Loreto Aprutino, una 86enne e un 65enne di Pescara, un 86enne di Manoppello e una 95enne di Silvi.
ZONA ROSSA. Da Penne a Elice, da Castilenti a Castiglione Messer Raimondo, sono numerosi i decessi registrati nella zona rossa individuata dalla Regione. Solo a Castiglione in dieci giorni sono morte 14 persone: il dato è pari a quasi la metà dei decessi registrati in tutto il 2019. Nel paese della Val Fino, il più colpito in Abruzzo, il 2,6% dei cittadini è positivo al coronavirus. Percentuali significative, se si considera che in provincia di Bergamo il dato è dello 0,77%. «A Vo’ Euganeo è stato sottoposto a tampone il 95% dei cittadini e il 3% è risultato positivo. Qui sono stati eseguiti meno di 300 tamponi su 2.180 abitanti. Seguendo il modello Vo’ le cifre potrebbero essere molto più alte», evidenzia il sindaco Vincenzo D’Ercole.
PIÙ GUARITI. Insieme a quello dei contagi, aumenta il numero delle guarigioni. Sono 85 le persone guarite clinicamente e in attesa del test di controllo; dieci quelle guarite ufficialmente. Dei 408 pazienti ricoverati in ospedale, 73 sono più gravi e sono in terapia intensiva. Fuori pericolo il paziente più giovane tra quelli in rianimazione. Si tratta di un 23enne di Pescara che ieri è stato estubato e ora respira da solo.
«UNA SPERANZA». Alla luce degli ultimi dati Marsilio parla di «spiraglio di speranza» e sottolinea che «il dato complessivo al 31 marzo, rispetto alle previsioni del modello matematico, è incoraggiante». Gli analisti, infatti, avevano previsto uno scenario che poteva andare da 1.200 a 1.900 casi, con una curva mediana di 1.500 contagi. «Aver fatto il giro di boa, un po’ al di sotto della curva mediana», osserva il presidente, «potrebbe indicare una capacità di tenere sotto controllo l’andamento epidemiologico e l’inizio di una possibile inversione di tendenza. Le misure stringenti di contenimento sembrano quindi dare i primi risultati. Anche per questa ragione ho dato il parere positivo della Regione Abruzzo, in Conferenza delle regioni, alla proroga di tali misure: non è il momento di mollare».
«IL SISTEMA REGGE». L’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, sottolineando che «ad oggi, complessivamente, nelle quattro Asl, risultano disponibili 276 posti letto», evidenzia come non ci sia «un quadro che possa presagire un collasso del sistema». Oltre all’incremento dei posti letto, il piano della Regione prevede un ulteriore aumento «con una distribuzione omogenea sul territorio tra pubblico e privato». Le cliniche private, infatti, evidenzia Verì, «hanno dato la loro disponibilità a mettere in rete posti letto per i pazienti Covid».
CURE A CASA. Per evitare che gli ospedali vadano in tilt, si sta inoltre lavorando sul trattamento domiciliare precoce, attraverso le Usca, le unità speciali di continuità assistenziale, in corso di attivazione. Gestiranno tutti quei pazienti che non necessitano di ricovero ospedaliero e che possono restare a casa.
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