Acque sulfuree agli hotel e per le piscine termali: c’è uno spiraglio per Caramanico

La Regione autorizza l’uso di 0,2 litri al secondo a fini ludico-ricreativi, il sindaco Parone: «Il dialogo sta funzionando, ma attendiamo i ristori»
CARAMANICO TERME. L’erogazione di 0,2 litri al secondo di acque sulfuree potrebbe rilanciare le sorti dell’economia turistica di Caramanico Terme, che da cinque anni langue senza gli impianti termali.
La speranza arriva da una «rideterminazione dell’intesa con il Comune di Caramanico Terme per l’attribuzione dell’utilizzo della risorsa termale a fini ludico–ricreativi, nell’ambito della valorizzazione turistica e ambientale del territorio» sostenuta dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che con questa decisione inverte la rotta sin qui seguita e sospinge venti più favorevoli su un territorio che senza le sue acque muore lentamente.
«Soddisfatto, ma con riserva». Così il sindaco Franco Parone, che aggiunge: «La sensazione è che questa volta il dialogo con la Regione stia funzionando». I riflettori sono puntati su due sorgenti, La Salute («l’acqua migliore d’Europa» dice Parone), 137 milligrammi per litro di idrogeno solforato, e il pozzo Gisella (80 milligrammi). Nel 2023, dopo quasi un secolo, per volontà dell’amministrazione dell'ex sindaco Luigi De Acetis, la concessione della sorgente di acque sulfuree La Salute, di località Santa Croce, torna, dai privati, nella disponibilità del Comune di Caramanico Terme. «L’acqua della sorgente La Salute era stata assegnata dalla Regione al Comune per uso ludico non sanitario su richiesta della precedente amministrazione», ripercorre Parone, «io ho chiesto alla Regione di assegnare tutte le acque al Comune con un bando preparato da noi, ma la Regione non ha mai risposto». Fino a quando, due giorni fa, «la delibera di giunta 697 del 21 ottobre 2025, relativa alla sorgente La salute, cambia la destinazione d’uso, da non sanitaria a sanitaria e la rimette a bando per 0,7 litri di portata al secondo lasciandone 0.2 litri al secondo ad uso del Comune di Caramanico». Queste acque «serviranno», spiega l'attuale sindaco, «per realizzare le piscine termali i cui lavori cominceranno l’anno prossimo con 9 milioni e mezzo di fondi disponibili». E adesso la notizia che piacerà alle strutture ricettive che già negli anni scorsi avevano manifestato interesse ad avere le acque sulfuree nelle piscine. Un eventuale disavanzo di acque, infatti, «una volta realizzate le piscine termali, potranno essere assegnate agli albergatori che ne faranno richiesta». A Caramanico sono tre gli alberghi con piscina, e sette complessivamente, che da anni lottano contro la crisi determinata dalla fallimento delle terme. Eventuali concessioni «dovranno essere regolate da convenzione» chiarisce il sindaco che sottolinea altri passaggi: «Questa determinazione è l’atto conclusivo di una serie di incontri avuti con la Regione alla quale io avevo rappresentato le incongruenze del bando regionale, scaduto a metà ottobre, per l’assegnazione delle acque termali e le criticità legate al fatto che non era stata ancora messa a bando l’acqua della sorgente La Salute». Il bando con determinazione numero 201 del 14 ottobre 2025 è stato prorogato al 20 novembre per dare modo agli uffici regionali di «elaborare le modifiche richieste».
Tra le richieste avanzate dal sindaco Parone c’è «il ristoro in favore del Comune di Caramanico, un risarcimento danni, a canone annuale» per sostenere le attività produttive in difficoltà. «Siamo felici», conclude il sindaco, «che la Regione abbia rimesso a bando la sorgente La salute» perché è dalle acque che si «potrà sbloccare anche la questione degli immobili» in riferimento alla Reserve, ancora sul mercato scissa dalle acque. Ma il sindaco rimarca che le terme non ripartiranno mai «se gli impianti non saranno agganciati alle acque». Per ora, con lo sblocco di una situazione stagnante, «un grande passo avanti, siamo soddisfatti seppur con riserva» conclude Parone.

