Alessandro D’Alberto, morto a 64 anni, viveva a Montesilvano

PESCARA

Addio a D'Alberto, campione di atletica leggera morto con il Covid

Avrebbe compiuto 64 anni a marzo, è stato tra i più forti lanciatori del martello. Il ricordo del Coni: "Era un amico per tutti, una persona meravigliosa". Post del nipote sulle cause della morte

PESCARA. Era "un grande". È stato a lungo "tra gli atleti più forti in Italia nel lancio del martello" e non era soltanto abile sulla pedana: aveva anche "la capacità di fare gruppo e di rendere lo sport innanzitutto amicizia", dicono dal Coni. L’atletica leggera abruzzese è in lutto per la morte di Alessandro D’Alberto, che avrebbe compiuto 64 anni l’8 marzo e viveva a Montesilvano, dove aveva un vivaio. È morto in ospedale, nonostante la moglie Maria Rita e il fratello Paolo, insieme a parenti e amici, abbiano sperato fino all’ultimo che potesse riprendersi, uscire dalla terapia intensiva e battere il Covid, lui che è sempre stato un atleta con la “a” maiuscola.

Aveva da tempo altri problemi di salute, che si sono acuiti ultimamente e che proprio per questo non ha più gareggiato. Sì perché D’Alberto, che ha giocato per anni anche a pallamano nella squadra del Pescara, ha alimentato l’amore per il lancio del martello fino alla soglia dei 60 anni. Tuttora detiene, dal 1977, il record regionale Juniores del lancio del martello con la misura di 57,14 metri (e l’attrezzo di 7,260 chili).

Il nipote scrive in un post: "Mio zio è morto per un'infezione contratta in ospedale, non per il covid. Era stato ricoverato per altri problemi, (...). Un tampone positivo, non significa morto per covid, e, ripeto, ricoverato per altri problemi, ha contratto un'infezione che gli è stata letale".

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