Addio Di Nardo, costruttore galantuomo 

Aveva 88 anni. È stato tra i fondatori del Sea River e presidente del Circolo tennis. I funerali oggi alle 10,30 a Sant’Antonio

PESCARA. Uno dei più celebri costruttori che hanno reso Pescara grande, ma soprattutto un galantuomo di altri tempi. Viene ricordato così Alberto Di Nardo, morto ieri mattina a 88 anni, assistito e confortato fino all'ultimo dalla figlia Letizia e dai suoi cari.
Imprenditore e, nella gioventù, sportivo di belle speranze, amava ripetere a quanti gli chiedevano di rammentare sprazzi della sua vita che «il mattone non ha mai tradito», anche in tempi di crisi. Con Alberto Di Nardo se ne va una parte della storia di Pescara in cui la città cresceva a vista d'occhio, conosceva il boom demografico, commerciale e di conseguenza edilizio. La città delle grandi famiglie di costruttori che hanno lasciato il segno su interi quartieri come Girolimetti, Taraborrelli, De Ruggeriis, Brandimarte. Nato a Pescara, dal padre ereditò gli strumenti di mastro muratore con i quali iniziò la sua scalata.
Si diplomò geometra all'istituto Acerbo e contestualmente grazie al suo fisico, si mise in luce nell'attività sportiva, nel campo del salto in alto. Una passione che dovette pian piano abbandonare per dedicarsi a tempo pieno a progettare e costruire. Dagli impianti alle prime case, fino a interi palazzi. Pescara a quei tempi andava di corsa, cresceva e lui riuscì a cavalcare l'onda. Con modestia, in silenzio e senza scandali. L'impresa di Alberto Di Nardo ha firmato così i primi grandi palazzi dell'epoca: da viale Muzii a via Tibullo, via Croce, a Porta Nuova. E poi le ville a Montesilvano Colle. Non solo. Di Nardo è noto per aver costruito a Roccaraso, cavalcando anche lì il boom edilizio che conosceva all'epoca la stazione turistica invernale che voleva diventare la Cortina degli Appennini. Da imprenditore è stato socio dei Costruttori edili pescaresi (Cep), che ha realizzato tra i Gesuiti e via Prati, e dei Costruttori abruzzesi (Ca). Lo sport gli è sempre rimasto nel sangue: è stato presidente del Circolo Tennis dove portò il primo torneo nazionale, consigliere del Pescara calcio ai tempi della presidenza di Attilio Taraborrelli (in campo c'era un giovane di nome Zucchini) ed è stato tra i fondatori del Sea River e socio del club nautico al Marina di Pescara. Qui, fino a qualche anno fa, amava trascorrere il pomeriggio, vicino al vento e al mare, e ai giovani che praticavano vela e che seguiva con curiosità. Alberto Di Nardo ripeteva: «Fai male e pensaci, fai bene e scordatene», una frase che spiega bene la filosofia che ha guidato la sua esistenza. E che ora oggi in tanti ricordano. I funerali questa mattina alle 10,30 nella chiesa di Sant'Antonio. (a.mo.)