PESCARA

Agricoltori in protesta: in 300 dicono "no ai diktat dell'Europa" / VIDEO

Un centinaio di trattori e mezzi agricoli radunati davanti all'ex Cofa

PESCARA. "Stiamo manifestando a livello nazionale, noi agricoltori, viticoltori, allevatori contro i diktat dell'Unione europea: ci stanno imponendo di abbandonare i terreni per il green, per poi svendere le nostre proprietà, ci vogliono aumentare l'Irpef sui terreni, per poi consegnare alle multinazionali, ma stiamo scherzando? Le multinazionali faranno loro i prezzi dei nostri allevamenti. Stanno dicendo che le nostre mucche inquinano più degli aerei, delle loro miniere per fare batterie per le macchine, ma scherziamo?".

Con queste parole Carlo D'Onofrio, viticoltore di Villamagna (Chieti) e uno degli organizzazione del sit in in corso questo pomeriggio e domani a Pescara, all'ex Cofa, dove ora "siamo circa 300 manifestanti, con un centinaio di trattori e mezzi agricoli e resteremo qui fino a che non verrà Marsilio a raccogliere le nostre formule e rimostranze", incalza. "Non stiamo assolutamente manifestando contro il governo Meloni perché Lollobrigida ha già dato il suo no a tutte le parti, fortunatamente. Checché se ne dica, solo il partito di Salvini sta battendo i pugni a livello europeo. Il Pd non si muove, alla sinistra sta bene tutto".

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La protesta degli agricoltori a Pescara
Con centro trattori schierati davanti all'ex Cofa circa 300 manifestanti hanno detto no "ai diktat dell'Unione europea"

"La cosa che sconvolge è l'inerzia della Regione Abruzzo. Marsilio è autorevole esponente di un partito che esprime la presidente del Consiglio e il ministro dell'agricoltura. Può darsi che non abbia niente da dire e soprattutto da fare? Ci dica Marsilio quanto costa per un agricoltore partecipare ai bandi del Psr e quanto tempo passa dalla domanda al finanziamento?" Così Camillo D'Alessandro, ex deputato, presidente regionale di Italia Viva, viticoltore, a margine della mobilitazione in Abruzzo di agricoltori e allevatori contro le politiche europee.

"Sono europeista convinto", aggiunge, "e della piattaforma della protesta non condivido tutte le questioni che vengono sollevate, ma di sicuro nel tempo del cambiamento tra transizione ecologica ed energetica in Europa, in Italia ed in Abruzzo avanza una nuova 'questione agraria' che attiene non solo alla produzione e alla trasformazione, ma al mondo che vogliamo, alla salute, alla sanità alla qualità dei prodotti agroalimentari, alla remunerazione. Se non fai funzionare la macchina poi si pensa che la colpa è della macchina (L'Europa) e non certo di chi dovrebbe saperla guidare (i Ministeri dell'agricoltura degli Stati membri)".