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Alle urne protagonisti del nostro futuro

Chiusa la campagna elettorale, archiviate le polemiche propagandistiche, adesso tutti a votare. Sì, tutti alle urne, perché se alla fine della vicenda referendaria uno sconfitto sicuro c'è, indiscutibilmente è chi si astiene. Certo, anche coloro che vogliono sottrarsi all'appuntamento elettorale meritano rispetto. Ma vista la posta in gioco, l'importanza del quesito e della riforma, oggi come non mai vale la pena esercitare il diritto al voto.

Vale la pena quando si tratta di accordare la preferenza ad un partito. Quando si tratta di scegliere un candidato. Tutto ciò, come recita la Costituzione in vigore, al fine di concorrere a “determinare la politica nazionale”. Ma vale la pena soprattutto quando si tratta di riscrivere la suprema Carta delle regole, il documento alla base della civile convivenza e del funzionamento della nostra architettura istituzionale.

Si dirà che i toni non sono stati quelli giusti. Che di fronte alle difficoltà che gli italiani stanno affrontando ci sarebbe stato altro da fare. Che la stessa riforma costituzionale sottoposta al giudizio degli elettori è male congegnata. Si può dire anche che è inutile andare alle urne perché tanto la vittoria del Sì è assicurata. Si può dire questo e tanto ancora, ma un'altra cosa è assodata: meglio esprimersi con il voto, meglio far pesare la propria volontà. Anche per non avere rimpianti, visto che con le regole che introdurremo o con quelle che confermeremo, noi e i nostri figli potremmo essere chiamati a convivere per decenni.

Al voto, perciò. Per esercitare il diritto primario della cittadinanza, protagonisti del nostro avvenire.

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