Alpini morti sul Gran Sasso, lo strazio dei familiari accolti in caserma dai soldati in lacrime

Il cordoglio del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Oggi l’arrivo all’Aquila del comandante della Taurinense

L’AQUILA. Una telefonata nella notte. Poi la corsa in auto verso L’Aquila con la speranza di poter ricevere, strada facendo, notizie rassicuranti. I familiari di Giovanni De Giorgi e Massimiliano Cassa, per tutto il viaggio (i primi dalla provincia di Lecce e gli altri da Corato in provincia di Bari) sono rimasti aggrappati all’idea di poter rivedere i loro ragazzi sani e salvi. Ma la storia ha preso una piega diversa.

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Al loro arrivo alla caserma Pasquali i genitori di Giovanni e Massimiliano hanno capito subito che per i loro figli non c’era più nulla da fare. Lo hanno letto nei volti tirati dei soldati e degli ufficiali del Nono Reggimento Alpini che erano lì ad attenderli. Lo hanno capito da quelle lacrime che qualcuno, anche tra i superiori dei due ragazzi, non è riuscito a trattenere. Un dolore insopportabile per i familiari dei due caporalmaggiori, colleghi di lavoro e amici nella vita, tale da richiedere l’intervento dei medici del 118 rimasti a lungo in caserma. Giovanni e Massimiliano, 26 anni il primo e 29 l’altro, erano uniti dalla passione per la montagna, tanto da aver seguito anche dei corsi di addestramento. Un amore per il Gran Sasso nato subito dopo il loro arrivo all’Aquila, avvenuto alcuni anni fa. Ed insieme avevano partecipato a una missione in Afghanistan, dalla quale erano rientrati nella primavera del 2013.

«È una grande tragedia, ci stringiamo tutti intorno alle famiglie», ha detto visibilmente commosso il tenente colonnello Pietro Piccirilli, che ha seguito le operazioni di recupero delle salme, purtroppo sospese a causa del maltempo. Uno strazio ulteriore per i familiari e i tanti amici dei due giovani fucilieri. «Giovanni e Massimiliano», ha aggiunto Piccirilli, «erano due bravissimi ragazzi, motivati e preparati, orgogliosi della loro professione e di appartenere al corpo degli alpini. Erano giovani esperti perché ben addestrati, non sappiamo cosa sia successo sul Gran Sasso dove erano andati per un’escursione, in una giornata di libertà dal servizio. Siamo tutti sconvolti».

«Esprimiamo il cordoglio del mondo alpino per la tragica scomparsa dei due giovani militari sul Gran Sasso». Queste le parole pronunciate da Carlo Frutti, segretario del comitato organizzatore dell’Adunata alpini 2015. «Ci stringiamo», ha aggiunto, «al Nono Reggimento e al suo comandante, ma soprattutto ai familiari dei due giovani che, come diciamo noi alpini, sono andati avanti nel Paradiso di Cantore».

«Tutta la Puglia piange per la morte di questi due nostri ragazzi», ha dichiarato l’europarlamentare Barbara Matera (FI), esprimendo «solidarietà alle famiglie colpite da questa immane tragedia».

Cordoglio e sentimenti di vicinanza ai familiari sono stati espressi anche dal generale Claudio Graziano, capo di Stato maggiore dell’Esercito, e dal generale Massimo Panizzi, comandante della Brigata Taurinense, che sarà oggi all’Aquila. ©RIPRODUZIONE RISERVATA