Appalti truccati, indagati i direttori

16 Dicembre 2012

L’inchiesta si allarga anche ai responsabili dei lavori, il pm: i due sono stati pilotati dal vice sindaco ora agli arresti

CEPAGATTI. Si allarga ai direttori dei lavori l’inchiesta su presunti appalti pilotati che ha portato agli arresti ai domiciliari il vice sindaco di Cepagatti Cesarino Leone e egli imprenditori aquilani Antonio e Claudio D’Alessandro. Sono continuate anche ieri le perquisizione degli uomini del Corpo Forestale dello Stato, coordinati dal pm Gennaro Varone, che sono entrati nelle case di Renzo Sergiacomo di Pianella e di Salvatore Tasso di Montesilvano, i responsabili unici dei lavori degli appalti di Cepagatti e di Montesilvano a cui sono stati notificati gli avvisi di garanzia. L’inchiesta che ha investito il Comune di Cepagatti poggia infatti soprattutto su due appalti, quelli per il completamento dei lavori della pubblica illuminazione di Cepagatti e di ampliamento della scuola di Villa Verrocchio a Montesilvano. Dice l’accusa che il vice sindaco Leone avrebbe pilotato le due gare avvantaggiando gli imprenditori D’Alessandro e ricevendo in cambio, sempre per l’accusa, commesse per la sua ditta di impianti elettrici. Su Leone, difeso dagli avvocati Federico Squartecchia e Giovanni Anzi vino, pende anche l’accusa di concussione, accanto alla corruzione, alla turbata libertà degli incanti e all’associazione per delinquere, e dice il giudice per le indagini preliminari Luca De Ninis – che ha accolto le richieste del pm – che il suo «modus operandi» sarebbe stato improntato «all’abuso dei poteri pubblici, alla frode in danno dell’ente pubblico». Ancora De Ninis scrive che il vice sindaco avrebbe «abusato delle sue qualità per favorire i D’Alessandro pilotando i soggetti con ruoli di controllo sull’appalto pubblico». Chi sono i soggetti? Intanto, dice la procura, il direttore dei lavori Sergiacomo indagato per abuso d’ufficio e falso all’interno dell’appalto dell’illuminazione di Cepagatti. «Dalle intercettazioni», scrive il gip, «appare evidente il rapporti fiduciario e di comunanza tra Leone e Sergiacomo, il direttore dei lavori aggiudicati dalla ditta Ediltecnica ma di fatto eseguiti dai D’Alessandro». Poi, il giudice per le indagini preliminari aggiunge: «E’ Leone che, in qualità di vice sindaco, si interessa affinché i compensi del direttore siano prontamente liquidati e in cambio Sergiacomo si impegna a favorire i D’Alessandro in una perizia di variante che definisce “silenziosamente assentita”». L’altro episodio, quello dell’appalto della scuola di Villa Verrocchio a Montesilvano, risale al luglio del 2011 e chiama in causa l’altro direttore dei lavori, Salvatore Tasso, indagato per turbata libertà degli incanti. Ad aggiudicarsi l’appalto di ampliamento sarebbe stata la ditta Edil Pescara formalmente rappresentata da Arnaldo Pattara, anche lui indagato per turbata libertà degli incanti, ma gestita secondo l’accusa sempre dai fratelli D’Alessandro. E’ in questo contesto che si muove l’altro direttore dei lavori Tasso per cui, scrive il gip, «le intercettazioni e gli appostamenti hanno documentato che il rup si sia incontrato con Claudio D’Alessandro conclamando così una piena consapevolezza dell’interposizione fittizia». Per l’accusa, infatti, i fratelli D’Alessandro «si spacciavano alternativamente al telefono per Pattara e hanno disposto di lui come di un prestanome». Quell’incontro tra Tasso e D’Alessandro dimostrerebbe, per Varone, che anche il rup «era a conoscenza dell’interposizione».

©RIPRODUZIONE RISERVATA