Asse a pagamento, ricorso al Tar

PESCARA. La Provincia ricorre alle carte bollate per cercare di bloccare il tanto contestato pedaggio sull'Asse attrezzato, entrato in vigore lo scorso primo luglio, insieme agli aumenti delle tariffe autostradali. Ieri, il presidente Guerino Testa ha annunciato di aver presentato un ricorso al Tar, il primo di un ente abruzzese, contro il decreto del governo Berlusconi con cui è stato istituito il pagamento su diversi raccordi autostradali italiani gestiti dall'Anas, tra cui quello di Pescara-Chieti, fino ad allora gratuiti. La manovra del ministro Tremonti si è trasformata così in una doppia stangata per gli automobilisti che percorrono le autostrade abruzzesi. Agli aumenti dei pedaggi su A-24 e A-25, entrati in vigore anche questi il primo luglio, si è aggiunto il pagamento di un euro per l'Asse attrezzato. Un balzello, quest'ultimo, che la stessa Provincia, guidata da un presidente del Pdl, lo stesso partito di Berlusconi, ha definito illegittimo.

PESCARA COME ROMA L'amministrazione provinciale ha deciso di seguire l'esempio della Provincia di Roma, che ha già presentato un ricorso al Tar per contestare il pedaggio del Raccordo anulare. Testa ha dato mandato a due legali, Giorgio Fraccastoro e Stefania Ardizzi, di agire dinanzi al tribunale amministrativo regionale del Lazio per richiedere la sospensione e poi l'annullamento del provvedimento della presidenza del Consiglio dei ministri. Il ricorso verrà esaminato, insieme a quello dell'ente capitolino, mercoledì prossimo.

«PEDAGGIO ILLEGITTIMO» Per la Provincia, il pedaggio sull'Asse attrezzato sarebbe illegittimo e violerebbe alcune norme di legge, tra cui quella che impone al governo di fissare criteri generali per l'applicazione di un provvedimento. Per i raccordi a pagamento non sarebbe stato emanato alcun atto attuativo. Ma sono in tutto cinque i punti contestati davanti al Tar. «Il decreto impugnato», ha spiegato l'avvocato Fraccastoro, «prevede che paghino il pedaggio tutti i veicoli che indistintamente escono dai caselli autostradali, anche se poi non si immettono sull'Asse attrezzato». In proposito, ci sono alcuni esempi lampanti. Al casello di uscita dell'A-25 di Chieti, le auto hanno tre possibilità: percorrere il raccordo, fare la strada che conduce a Chieti, oppure utilizzare la Statale per raggiungere i Comuni ricadenti nella Valpescara. Secondo i legali della Provincia, la decisione di far pagare indistintamente tutti sarebbe una misura illogica e illegittima, in quanto si trovano a versare il pedaggio anche quegli automobilisti che poi non utilizzano l'Asse attrezzato. Verrebbe così violata, a detta degli avvocati, anche una direttiva comunitaria che obbliga gli Stati membri ad applicare un principio di proporzionalità dei diritti di utenza, in funzione della durata dell'utilizzo delle infrastrutture. In pratica, il pedaggio dovrebbe essere fissato in base alla percorrenza. Chi non percorre l'Asse, non dovrebbe pagare.

«COLPITI ANCHE I PENDOLARI» Non capita tutti i giorni di vedere un'amministrazione locale di centrodestra schierarsi contro un provvedimento del governo di centrodestra. Ma Testa ha spiegato così la decisione di ricorrere alle vie legali contro il decreto sul pedaggio. «Questo è un provvedimento», ha affermato, «che tocca direttamente le tasche di tutti i pendolari che quotidianamente percorrono questo tratto di strada». «Pur condividendo la necessità e lo spirito della manovra decisa dal governo», ha concluso il presidente, «riteniamo che vadano salvaguardati gli interessi degli automobilisti che ogni giorno si spostano nell'area metropolitana e nei dintorni, specie per motivi di lavoro».

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