Balneatori, riparte la protesta Oggi c’è l’assemblea a Pescara

30 Settembre 2024

Dalle 10.30, i sindacati Sib e Fiba con sindaci e parlamentari si riuniranno nella sala della Provincia Il nuovo decreto viene percepito dalla categoria come una minaccia per la tutela delle imprese 

PESCARA. Spiagge all’asta: il nuovo decreto viene percepito dalla categoria dei balneari come una minaccia per la tutela delle imprese italiane a favore delle multinazionali. Da oggi riparte la protesta contro il Governo Meloni. Le organizzazioni Sib e Fiba terranno, dalle ore 10.30, nella Sala dei Marmi del Palazzo della Provincia di Pescara, l'assemblea interregionale Abruzzo-Molise della categoria. «200 anni di cura delle spiagge: i balneari contro il decreto che regala le concessioni alle mafie e alle multinazionali», è il titolo dell’incontro incentrata sul Dl Infrazioni, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 16 settembre scorso, che disciplina i criteri per riassegnare le concessioni balneari in scadenza attraverso delle procedure pubbliche selettive, come chiede la direttiva Bolkestein dell’Unione europea.
Ma il provvedimento dà la possibilità ai Comuni di prolungare la validità delle concessioni fino al 30 settembre 2027, andando in contrasto con le sentenze del Consiglio di Stato e della Corte di giustizia Ue che hanno proibito le proroghe automatiche. Per di più i sindaci della costa non hanno il potere di regolamentare in autonomia gli indennizzi, che sono di competenza statale. La norma, in linea generale, prevede che nel caso di aggiudicazione ad un nuovo concessionario, il gestore uscente ha diritto ad un indennizzo pari al valore degli investimenti non ammortizzati, con esclusione di aiuti pubblici ricevuti e non soggetti ad obbligo di rimborso. Inoltre, sarà previsto un indennizzo di remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni, indipendentemente dal loro ammortizzamento.
Ma su questo aspetto, il decreto Infrazioni rinvia a un successivo decreto attuativo che il Ministero delle infrastrutture dovrà adottare entro il prossimo 31 marzo.
Gli imprenditori del settore, tutt'altro che rassegnati, durante l'assemblea, tracceranno le linee guida dello stato di agitazione della categoria, con l’obiettivo di difendere le loro attività. Interverranno: Riccardo Padovano, presidente del Sib Abruzzo; Antonio Capacchione, presidente nazionale del Sib Nazionale; parlamentari e sindaci dei comuni costieri, che apporteranno il loro contributo alla discussione. «L'assemblea rappresenterà un'importante occasione per discutere sul futuro delle concessioni balneari italiane e sull’impatto il nuovo decreto», annuncia Padovano.
Per Capacchione: «Le imprese balneari rischiano di perdere il frutto del proprio lavoro. È una legge sbagliata. La Corte di giustizia Ue ha detto che la Bolkestein si applica solo a condizione che ci sia l’impossibilità dell’entrata di nuovi operatori nel mercato, la cosiddetta scarsità, che in Italia non c’è. Questa legge non applica correttamente la direttiva, e se non si affronta il problema della scarsità, si finisce per creare dei contenziosi».
L’abruzzzee Cristiano Tomei (Cna Balneari) ha auspicato che «il decreto legge venga migliorato in fase di conversione, perché l’attuale stesura non soddisfa i balneari. In particolare, non è sufficiente tenere conto solo degli ultimi 5 anni per calcolare l’equa remunerazione. Si tratta di un periodo in cui, a causa della pandemia e dell’incertezza stessa sul rinnovo delle concessioni, non sono stati fatti investimenti importanti. Perciò è necessario calcolare il riconoscimento per l’intero valore aziendale e tutta la durata della concessione».
Anche la Fiba punta sul nodo indennizzi per le imprese uscenti che «sono stati regolamentati in una maniera persino peggiore rispetto a quanto aveva fatto il precedente governo Draghi con la legge sulla concorrenza. Inoltre, non è giusto che la mappatura delle coste sia stata cestinata. Si tratta di dati importanti, frutto di un attento lavoro di raccolta e gestione da parte della presidenza del consiglio, che devono trovare un posizionamento all’interno della legge». (l.c.)
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