Balneazione e divieti a singhiozzo Il Pd: «Così il turismo è a rischio» 

Dopo la revoca degli ultimi divieti, la consigliera Manuela Natale sollecita subito un tavolo tecnico: «Bisogna lavorare d’inverno per prevenire l’inquinamento del mare e del fiume nella stagione estiva»

MONTESILVANO. Due divieti di balneazione nell’arco di due settimane emessi dal sindaco di Montesilvano in via precauzionale a seguito delle piogge e degli sversamenti in mare attraverso il fiume e i fossi. Accade in particolare nella zona della foce del Saline e in prossimità di Fosso Mazzocco, dove lo scorso fine settimana sono spuntati nuovamente transenne e cartelli per evitare ai turisti e ai residenti di correre rischi facendo un tuffo in acque potenzialmente non pulite.
E dopo che, con i risultati delle nuove analisi dell’Arta, ieri pomeriggio è stata revocata l’ordinanza, a sollevare il problema è la consigliera del Pd, Manuela Natale. «Anche quest’anno purtroppo abbiamo assistito all’adozione di provvedimenti da parte del sindaco e, in particolare, alla firma di due ordinanze di divieto di balneazione», ricorda la consigliera di opposizione. «È necessario cambiare passo, rimuovendo il fenomeno patologico d’inverno per arrivare all’estate senza ingessare il nome della città di Montesilvano. A tal proposito, propongo un tavolo tecnico che si costituisca a breve tra tutti gli attori protagonisti della prevenzione dell’inquinamento delle acque del mare e del fiume Saline. Questo è fondamentale per evitare che d’estate si abbiano i divieti di balneazione. Non sarà forse un caso che proprio quest’estate l’afflusso turistico sia diminuito del 30%?». Intanto, mentre Fosso Mazzocco continua a rappresentare ciclicamente un problema per il litorale di Montesilvano, è rimasto fermo al palo il progetto che avrebbe potuto risolvere la situazione, donando alla zona di Santa Filomena anche una maggiore appetibilità turistica. Si tratta dell’idea progettuale elaborata dall’architetto Nino Catani e proposta dalla Cooperativa Balnearia alle istituzioni locali con l’obiettivo di mitigare l’impatto ambientale del Fosso.
La proposta è, innanzitutto, quella di incanalare i reflui all’interno di una conduttura insabbiata e celata da un pennello di 140 metri di lunghezza che sversi i liquidi direttamente in mare aperto.
A partire dalla fine del pennello, inoltre, è previsto un pontile di ulteriori 140 metri che terminerebbe 90 metri oltre le scogliere presenti in quella zona, con una piattaforma di 600 metri quadrati in grado di ospitare diverse strutture. La prima è un osservatorio sulla salubrità delle acque marine a cui si affiancherebbero anche tre casotti di legno per la pesca sostenibile, molto simili ai trabocchi e completamente autonomi dal punto di vista energetico, che potrebbero essere utilizzati anche a scopi didattici e istituzionali dagli enti coinvolti. A completare il progetto, anche delle aiuole posizionate sulla piattaforma, dove ammirare piante in via di estinzione e un tratto di spiaggia rinaturalizzata con una duna di quasi 2mila metri quadrati, attraversata da scivoli di legno per rendere l’area completamente accessibile. Il progetto, presentato più volte dai promotori guidati dal presidente di Confcommercio Pescara, Riccardo Padovano, negli anni ha riscosso l’entusiasmo, almeno a parole, di tutti i soggetti privati e le istituzioni coinvolte. Ma di concreto, finora, non c’è ancora nulla.