Banditi all'assalto della gioielleria

Pistola e coltello alla gola della commessa, in tre svuotano la cassaforte
PESCARA. Coltello alla gola e pistola puntata contro la commessa: così tre rapinatori hanno assaltato ieri, poco prima dell'orario di chiusura, la gioielleria De Sanctis di via Venezia. Una rapina violenta che il commerciante a fianco ha rischiato di mandare a monte.
Tutto è successo pochi minuti dopo le 19. Nella gioielleria ci sono la sorella della proprietaria e una commessa, quando un giovane suona alla porta. Faccia pulita, biondino, occhi celesti, le due donne gli aprono convinte che sia un cliente. Ma una volta dentro, l'uomo dà il via a un canovaccio già noto.
Dopo di lui s'infilano dentro altri due uomini, a volto scoperto, accento meridionale con cadenza pugliese. E inizia il terrore. Mentre uno dei tre resta davanti al bancone a fare da palo, gli altri due trascinano le donne nel retro, dove ha sede la cassaforte. Pretendono le chiavi e, per questo, gli puntano il coltello alla gola e le minacciano con la pistola. Quindi le obbligano a stendersi per terra, gli ordinano di stare ferme mentre loro «finiscono il lavoro».
In pochi minuti i banditi arraffano decine di ripiani colmi di oro e diamanti tra anelli, collane e bracciali. Tutta la merce del negozio, un danno enorme per la titolare Vincenzina De Sanctis, che non è assicurata.
Il colpo sta filando liscio, ma qualcuno arriva a disturbare i rapinatori. È il titolare dell'immobiliare Di Battista, la cui attività confina proprio con la gioielleria. È la moglie a notare qualcosa di strano perché attraverso la vetrina della gioielleria non vede le due donne, mentre da troppo tempo, davanti al bancone, c'è un cliente da solo. Di Battista non si fa scrupoli e va a suonare al campanello. Da dentro, il bandito ha la freddezza di continuare a recitare la parte del cliente in attesa e gli fa cenno che è tutto a posto. Il titolare dell'immobiliare, impassibile, fa dietro-front e poi corre a telefonare al 113. Ma i rapinatori mangiano subito la foglia e, più veloci ancora, immobilizzano le due donne legandogli i polsi con lo scotch, arraffano il server che registra le immagini delle telecamere interne e con il bottino scappano a piedi verso il mare. Percorrono poche decine di metri, passano davanti all'immobiliare e, come riferirà un ragazzino ai poliziotti della volante arrivati immediatamente, i tre banditi svoltano a destra, nel vicolo che è ancora via Venezia (dove ha sede l'ufficio Tributi del Comune) e che sbuca in via Calabria. Dentro il negozio, nel frattempo, le due giovani donne riescono a liberarsi. Hanno i polsi segnati, ma più ancora nervi e anima. La Scientifica raccoglie ogni traccia utile dei malviventi. Indaga la Mobile di Pierfrancesco Muriana.
Tutto è successo pochi minuti dopo le 19. Nella gioielleria ci sono la sorella della proprietaria e una commessa, quando un giovane suona alla porta. Faccia pulita, biondino, occhi celesti, le due donne gli aprono convinte che sia un cliente. Ma una volta dentro, l'uomo dà il via a un canovaccio già noto.
Dopo di lui s'infilano dentro altri due uomini, a volto scoperto, accento meridionale con cadenza pugliese. E inizia il terrore. Mentre uno dei tre resta davanti al bancone a fare da palo, gli altri due trascinano le donne nel retro, dove ha sede la cassaforte. Pretendono le chiavi e, per questo, gli puntano il coltello alla gola e le minacciano con la pistola. Quindi le obbligano a stendersi per terra, gli ordinano di stare ferme mentre loro «finiscono il lavoro».
In pochi minuti i banditi arraffano decine di ripiani colmi di oro e diamanti tra anelli, collane e bracciali. Tutta la merce del negozio, un danno enorme per la titolare Vincenzina De Sanctis, che non è assicurata.
Il colpo sta filando liscio, ma qualcuno arriva a disturbare i rapinatori. È il titolare dell'immobiliare Di Battista, la cui attività confina proprio con la gioielleria. È la moglie a notare qualcosa di strano perché attraverso la vetrina della gioielleria non vede le due donne, mentre da troppo tempo, davanti al bancone, c'è un cliente da solo. Di Battista non si fa scrupoli e va a suonare al campanello. Da dentro, il bandito ha la freddezza di continuare a recitare la parte del cliente in attesa e gli fa cenno che è tutto a posto. Il titolare dell'immobiliare, impassibile, fa dietro-front e poi corre a telefonare al 113. Ma i rapinatori mangiano subito la foglia e, più veloci ancora, immobilizzano le due donne legandogli i polsi con lo scotch, arraffano il server che registra le immagini delle telecamere interne e con il bottino scappano a piedi verso il mare. Percorrono poche decine di metri, passano davanti all'immobiliare e, come riferirà un ragazzino ai poliziotti della volante arrivati immediatamente, i tre banditi svoltano a destra, nel vicolo che è ancora via Venezia (dove ha sede l'ufficio Tributi del Comune) e che sbuca in via Calabria. Dentro il negozio, nel frattempo, le due giovani donne riescono a liberarsi. Hanno i polsi segnati, ma più ancora nervi e anima. La Scientifica raccoglie ogni traccia utile dei malviventi. Indaga la Mobile di Pierfrancesco Muriana.
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