Blasioli: «Demolire l’edificio incompiuto sulla riviera nord»

Il presidente del Consiglio comunale sollecita la giunta «I ritardi nell’abbattimento sono già costati 57mila euro»

PESCARA. Lo scheletro del palazzo di sette piani, realizzato dall’immobiliare Michelangelo, è ancora presente sulla riviera nord. Nonostante le sentenze, prima del Tar e poi del Consiglio di Stato, che ordinavano al Comune di abbattere l’edificio mai completato e le battaglie condotte dai residenti, quell’incompiuta resta lì al suo posto. Le amministrazioni che si sono succedute dal 2008 ad oggi non hanno mai emanato l’ordinanza di demolizione.

Ieri, in proposito, è intervenuto il presidente del consiglio comunale Antonio Blasioli per richiedere al sindaco Marco Alessandrini e alla sua amministrazione di avviare finalmente le procedure di abbattimento del palazzo, definito dai residenti della zona un «ecomostro». Un palazzo che rappresenta un costo per il Comune, visto che il Tar, nel 2013, ha condannato l’ente a versare 56.900 euro come risarcimento ad alcuni residenti, perché non ha provveduto ad abbatterlo subito, dopo le varie sentenze.

«Doveva essere un bel palazzo sulla riviera», ha affermato Blasioli, «ma qualcuno ha pensato che c’è un limite a tutto e spulciando tra le carte ha scoperto che quell’ennesimo mostro di cemento armato lì non poteva affatto sorgere». «Stiamo parlando di un palazzo di sette piani, a pochi passi dalla rotonda Paolucci, la cui costruzione è partita negli anni Novanta», ha fatto presente Blasioli, «i residenti degli edifici confinanti hanno cominciato a presentare degli esposti al Tar, il quale ha annullato ben tre concessioni edilizie, quelle del 1999, 2001 e 2002, riscontrando numerose irregolarità, una su tutte l’occupazione di 370 metri quadrati dell’area demaniale». «Una lunga scia di battaglie legali», ha proseguito il presidente del consiglio comunale, «ha portato ad una sentenza inappellabile del Consiglio di Stato che ha, di fatto, confermato la decisione del Tar del 9 gennaio 2006, sollecitando inoltre l’ente a provvedere al più presto al suo abbattimento». «La procedura», ha ricordato, «è stata avviata dall’allora sindaco Luciano D’Alfonso nel giugno del 2008, ma ad oggi, lo scheletro di cemento di proprietà dell’immobiliare Michelangelo è ancora al suo posto». «La sola possibile reazione all’abuso è la demolizione», ha avvertito Blasioli, «non fosse altro perché una città come Pescara non merita un simile ecomostro sulla sua meravigliosa riviera». «Nel 2013», ha concluso, «il Tar ha accolto un ricorso di alcuni cittadini e ha condannato il Comune a pagare i ricorrenti un’indennità annuale fino alla demolizione, con retroattività di cinque anni, per non aver provveduto ancora a rendere operativa la sentenza di demolizione. Secondo un calcolo approssimativo, l’ente dovrebbe versare 56.900 euro, solo per gli anni passati».

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