Bracconieri in azione sul Saline, ma il pesce è infetto

CITTà SANT’ANGELO. Bracconieri in azione sul fiume Saline. Una rete lunga 50 metri, che sbarrava completamente il corso d’acqua, è stata posizionata qualche notte fa per pescare illegalmente carpe, cavedani e cefali. A fare la scoperta, intorno alle 2 di notte, è stata una squadra di tecnici della Nuovo Saline Onlus, impegnata in un’attività di monitoraggio zoologico. L’attrezzo da pesca è stato immediatamente rimosso e i pesci liberati, così come sono stati allertati dell’accaduto i carabinieri forestali. «In quel tratto di fiume vige un divieto di pesca per motivi sanitari, causato da una contaminazione microbiologica che ha infettato i pesci», ricorda l’associazione. «Se questo pesce fosse finito sul mercato o consumato da ignari acquirenti avrebbe potuto diffondere patologie. Da osservazioni dirette si nota un’intensa attività di pesca sportiva (che comunque non rende scevri da potenziali contaminazioni) nonostante il divieto di pesca ancora attivo dalla foce fino alla discarica di Villa Carmine: il rinvenimento di questa rete fa invece presupporre un’azione di bracconaggio industriale».
Nuovo Saline spiega inoltre che, a volte, le reti vengono utilizzate anche per catturare pesce da usare come esche nelle nasse dei pescatori di professione della piccola pesca, ma anche in questo caso il rischio di una contaminazione indiretta è potenzialmente pericoloso. «Ringraziamo l’associazione Nuovo Saline per il loro lavoro prezioso», commenta il sindaco Ottavio De Martinis, «che serve a contrastare e scongiurare anche fenomeni nocivi per la salute. Per questo, anche con loro, vogliamo arrivare alla realizzazione di una stazione di monitoraggio costante a tutela del fiume». (a.l.)
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