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Brioni, Perrone lascia dopo un anno

Si dimette a sorpresa il giovane manager. L'azienda: decisione personale

PENNE. E' durata soltanto un anno la gestione del giovane manager Andrea Perrone nella cabina di regia del Gruppo Brioni Roman Style Spa. L'ex presidente e amministratore delegato ha a sorpresa lasciato l'incarico che gli aveva conferito nel luglio 2009 l'assemblea dei soci. La maison, alcuni giorni fa, ha festeggiato i 65 anni di attività durante l'edizione di Milano Moda Uomo.

Nell'attesa di un successore, la gestione operativa di Brioni "day to day" è stata affidata al direttore generale della società, il pennese Antonio Bianchini. Come si legge in una nota ufficiale, «la decisione è frutto di una volontà strettamente personale di Andrea Perrone. La proprietà nella continuità delle scelte gestionali operate sinora, conferma l'impegno a continuare al meglio la tradizione Brioni, secondo le linee tracciate dall'amministratore uscente».

Nessuna cessione aziendale, dunque, dietro l'angolo. Il brand è al centro di investimenti dal punto di vista sia del prodotto, sia delle strategie distributive, che si concentrano soprattutto su aree come il Medio Oriente e l'Asia, dove è stato da poco aperto uno store nel quartiere di Ginza, a Tokyo. Quanto alle collezioni, c'è attesa per il debutto, con la primavera-estate 2011, dello stilista napoletano Alessandro dell'Acqua, come direttore creativo della linea donna.

La decisione di Andrea Perrone, nipote del fondatore Gaetano Savini, ha lasciato senza parole maestranze e dirigenti nel sito produttivo vestino (a Penne si trova l'azienda più grande del Gruppo, con oltre 1.200 dipendenti). La crisi economica ha divorato il fatturato, nonostante la nicchia del lusso non conosca depressione finanziaria. L'abito Brioni, scoperto dagli americani nella metà degli anni '60, viene cucito dai maestri sarti pennesi da sempre: è una peculiarità, infatti, che contraddistingue la qualità del prodotto.

Su questo aspetto, un altro storico manager della casa sartoriale pennese, Lucio Marcotullio, che è stato amministratore delegato sino al 2006, ha costruito il marketing dell'abito Brioni: «Penne e la Brioni sono come Maranello e la Ferrari: la qualità del prodotto ha radici nel territorio», amava ripetere il Cavalier Marcotullio.

Oggi, l'azienda sartoriale ha un fatturato di circa 200 milioni di euro. Una realtà, quella di Brioni, che oggi è giunta alla terza generazione. Dopo i due fondatori, il sarto pennese Nazareno Fonticoli ed il commerciante romano Gaetano Savini, sono arrivati figli e nipoti.

Andrea Perrone, 40 anni e padre di tre figli, è stato il primo rampollo della famiglia Brioni ad assumere la guida dell'azienda in qualità di presidente e amministratore delegato. Prima di lui, c'erano stati sempre manager esterni. «Da ragazzo i miei genitori mi portavano a dare una mano ai cambi di stagione, chiudevo i pacchi, consegnavo gli abiti negli alberghi e nelle ambasciate ai clienti importanti», racconta spesso Perrone. «Per capire un'azienda bisogna viverla in tutti i suoi aspetti». Lunedì la notizia che non ti aspetti: «Lascio per impegni personali». Il sogno di guidare l'azienda di famiglia è finito presto per Andrea Perrone.

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