Bussi: il sindaco punta sulla bonifica, ma la politica si divide

Febbo: «La Regione tace, forse punta al coinvolgimento di Toto». Castricone (Pd): «Non ci importa nulla di Toto»

BUSSI. "Nel momento in cui la discarica Tre Monti inizierà ad inquinare sarà un vero dramma, che i nostri figli si porteranno dietro a lungo. Quel sito non ha ancora cominciato ad inquinare, perché i clorometani pesanti, prima che si formi una goccia, ci mettono anni". Con queste parole il sindaco di Bussi sul Tirino, Salvatore Lagatta, lancia un nuovo allarme sulla discarica Montedison, tra i comuni di Bussi e Popoli, in provincia di Pescara.

Della discarica dei veleni si discuterà nell'ambito dell'iniziativa "Ambiente: il nostro impegno tra legalità e sviluppo" promossa dalla presidenza del gruppo Pd alla Camera dei Deputati. I lavori, a cui parteciperà anche il commissario straordinario Adriano Goio, prenderanno il via alle 17, nella sala consiliare del Comune di Bussi. "Quello di Bussi è l'unico Sito di interesse nazionale (Sin) che ha a disposizione 50 milioni destinati a bonifica e reindustrializzazione e a oggi possiamo affermare di aver perso tre anni. Non bisogna perdere ulteriore tempo se vogliamo che chi è intenzionato ad investire rimanga a Bussi e non scappi via", ha aggiunto il sindaco Lagatta.

Nel corso di una conferenza stampa a Pescara, cui ha partecipato anche il presidente della commissione di Vigilanza del consiglio regionale, Mauro Febbo, il sindaco ha sottolineato che "la comunità che rappresento vuole capire una volta per tutte la posizione della Regione, se condivide il progetto e in caso contrario se ha soluzioni alternative". "Grazie soprattutto all'intervento di Giovanni Legnini - ha ricordato il primo cittadino - nel luglio scorso siamo arrivati alla presentazione di un progetto realizzato dal commissario straordinario Adriano Goio e dai tecnici della Solvay. Progetto ampiamente condiviso e che prevede in modo chiaro il tipo di intervento da realizzare sia nel sito industriale sia in quelli limitrofi e l'allontanamento dei rifiuti pericolosi".

Per le aree interne sono previsti: bonifica, inertizzazione, pulizia dei sottoservizi, quelli inquinati, e impermeabilizzazione. Solo successivamente a queste operazioni, e solo allora, si procederà alla realizzazione di una soletta, e non prima come erroneamente si era detto nei giorni scorsi; tutto ciò permetterà la reindustrializzazione dell'area. "Questo progetto è al vaglio del ministero dell'Ambiente, del Comune, del Commissario Goio e della Solvay. Ora - ha sottolineato il sindaco - bisogna passare alla fase decisoria con l'approvazione di un piano di caratterizzazione prevista nel corso di nuova Conferenza di servizi presso il Ministero". Il progetto Goio, secondo Lagatta è "condiviso da tutti, ministero, Solvay e Comune, mentre la bonifica totale di quel sito è possibile solo se si investono miliardi e miliardi di euro. Attendiamo di sapere - ha concluso il sindaco - se alla Regione sta bene o no".

Intanto scoppia la polemica tra i consiglieri regionali di Pd e Forza Italia. Prima il presidente della commissione di Vigilanza del Consiglio regionale, Mauro Febbo, si scaglia contro l'assessore regionale all'Ambiente, Mario Mazzocca, che per due volte non ha partecipato alla riunione della commissione: "Temo che non accetti il confronto perché non vuole chiarire quale sia la posizione della Regione Abruzzo. Sorge, allora, il dubbio che si voglia favorire un nuovo coinvolgimento della Toto". "Siamo di fronte al più grande scandalo ambientale in Europa - ha evidenziato Febbo - il Governo Berlusconi nel 2010 aveva stanziato 50 milioni di euro: caso unico in Italia. E io mi chiedo, perchè non si possono ancora spendere? Da agosto esiste un progetto condiviso e visionabile, ma la parte politica della Regione Abruzzo non partecipa agli incontri tecnici e non prende una posizione. Ho riconvocato una nuova Commissione il 5 novembre invitando di nuovo Mazzocca e chiamando in audizione anche il commissario Adriano Goio". "Non vogliamo che si perdano possibilità importanti di bonifica del sito, che avrebbero ricadute positive in termini occupazionali per il territorio. Per questo - ha concluso Febbo - sollecitiamo gli organismi di governo affinchè ci diano delle risposte concrete soprattutto per quanto riguarda i tempi di realizzazione degli interventi".

Repentina la risposta del Pd, per bocca del deputato Antonio Castricone: "Al Pd non interessa nulla di Toto, che per anni non ha portato nessuna soluzione. Al Pd interessa che venga spesi quei 50 mln di euro per bonificare l'area di Bussi con attività industriali che siano compatibili". "Se il sindaco Lagatta - ha proseguito - ha delle proposte, ben vengano. Non ci sono dietrologie nelle nostre iniziative, crediamo che il Pd possa, anzi debba, portare la vicenda della mega discarica della Montedison all'attenzione della politica nazionale". Ma per Castricone un momento importante sarà il pronunciamento del Consiglio di Stato sulla sentenza del Tar che obbliga la Montedison all'immediata bonifica dell'area "perché sia chiaro che in Italia oggi non ci sono le risorse per bonificare tutti i siti inquinati - prosegue - ed è quindi giusto che paghi chi ha inquinato, principio credo sano e legittimo. Ma sarà anche importante attendere l'esito del processo penale a Chieti, per le richieste di danni che sono state portate in dibattimento".