Cacciatore ucciso, oggi l’autopsia

Tragedia di Pescosansonesco, porto d’armi ritirato al giovane che ha sparato e che è ancora sotto choc

PESCOSANSONESCO. Non si dà pace D.S., il giovane di Alanno che intorno alle 14 di domenica ha ucciso per errore Giovanni Silvestri, 56 anni di Cugnoli, l’amico con cui era andato a caccia a Pescosansonesco insieme ad altre dieci persone.

Indagato per omicidio colposo, il 25enne di Alanno che lavora come operaio, è prostrato e ancora sotto shock, al punto che gli stessi carabinieri del suo paese, coordinati dal capitano della compagnia di Penne Massimiliano Di Pietro, si stanno adoperando per cercare di sostenerlo.

Nel frattempo, però, le indagini degli investigatori vanno avanti per ricostruire con esattezza la dinamica della tragedia. In questo senso le prime risposte dovrebbero arrivare dall’esito dell’autopsia disposta dal pm Giampiero Di Florio e affidata al medico legale Cristian D’Ovidio che oggi alle 14,30 avvierà l’esame. L’obiettivo, innanzitutto, è capire con esattezza a quale distanza sia stato esploso il colpo di fucile che ha ferito a morte, recidendogli l’arteria femorale, la gamba destra di Silvestri. La distanza e la traiettoria del colpo, al di là della ricostruzione e della indubbia involontarietà dell’esplosione, potrebbero aiutare gli investigatori a capire se il ferimento mortale sia avvenuto per una causa accidentale o per una negligenza da parte del giovane cacciatore. Sin dall’inizio, ai carabinieri di Torre de’ Passeri diretti dal comandante Giovanni Rolando e coordinati dal capitano della compagnia di Popoli Pasquale Del Giudice, il giovane ha riferito di aver scambiato Silvestri per un cinghiale, dopo aver visto aggirarsi nella zona, in contrada Le Lame, proprio un branco di cinghiali. Una circostanza riferita anche da due dei nove cacciatori sentiti subito dopo la tragedia dai carabinieri: in base ai loro racconti a caldo, il proiettile sarebbe stato esploso da D.S. da una distranza tra i 10 e i 15 metri. Un racconto che nei prossimi giorni dovrà essere confermato anche dagli altri componenti della comitiva (tra cui anche il papà di D.S. che via radio ha riferito di aver sentito il figlio urlare «È successo qualcosa»), per lo più amici di Alanno che domenica avevano scelto di condividere la passione per la caccia con una giornata nei boschi. Invece una tragedia si è abbattuta sulla comitiva gettando nel dolore le due comunità di Alanno e Cugnoli.

In attesa dell’esito dell’autopsia, un primo provvedimento è stato preso nei confronti di D.S. a cui ieri è stato revocato il porto d’armi conseguito due anni fa: il giovane non potrà mai più andare a caccia. A Cugnoli, intanto, da domenica è una processione di parenti e amici e di quanti conoscevano Giovanni Silvestri, sposato e padre di tre figli. Alla moglie, parrucchiera in via Scarciabue a Cugnoli , alla primogenita di 27 anni istruttrice di fitness a Chieti, al ragazzo di 21 anni e alla bambina che frequenta ancora le elementari, ieri è andato a portare le condoglianze dell’intera comunità il sindaco di Cugnoli Lanfranco Chiola che non si stanca di ripetere: «Giovanni era una persona conosciutissima e stimata da tutti. Una persona che si faceva voler bene nel vero senso della parola». Dipendente in pensione di una ditta di movimento terra, Silvestri lascia anche tre sorelle residenti ad Alanno, Cepagatti e a Spoltore. Domani, probabilmente, i funerali.

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