Cappelle, abusive le colonnine per il controllo della velocità

Le colonnine arancioni antivelocità “velo ok” posizionate a Terrarossa e e in contrada Staffieri, sono senza autorizzazione

CAPPELLE SUL TAVO. Devono essere rimosse, perché abusive e senza autorizzazione, le colonnine arancioni antivelocità “velo ok” posizionate lungo le strade di Cappelle, a Terrarossa e in contrada Staffieri. Con un’ordinanza, la prima del 2013, il comandante della polizia municipale Luciano D’Addazio, ha disposto lo smantellamento dei cosiddetti “speed check”, che da mesi vigilano a bordo strada, installati per incrementare la sicurezza degli automobilisti, sulla provinciale per Penne e per gli altri centri dell’area vestina. I box sono stati piazzati nell’ambito del progetto “Noi sicuri”, realizzato dal Comune, in risposta ad una domanda dei cittadini di maggiore sicurezza stradale, con l’obiettivo di adottare efficaci strumenti di controllo sulle arterie ad alta intensità di traffico. Il progetto avrebbe dovuto avere soprattutto un risvolto educativo, spronando gli automobilisti ad una guida tranquilla, senza violazioni al codice della strada. Invece, secondo l’ordinanza a firma del maresciallo D’Addazio, i box antivelocità di Cappelle vengono definiti abusivi, non omologati dal ministero dei Trasporti e in contrasto con il codice della strada. Mancherebbe in primis il permesso della Provincia, proprietaria delle strade via Carducci e di contrada Staffieri. «L’amministrazione provinciale», recita l’ordinanza, «è competente al rilascio delle autorizzazioni per l’occupazione della carreggiata e spazi di pertinenza in quanto, il Comune ove ricadono le strade è inferiore a 10mila abitanti. Inoltre, i manufatti non sono inquadrabili in alcuna delle categorie, segnaletica ed altro, previste dal codice della strada e non risulta concesso per questi box alcuna approvazione od omologazione del ministero. Allo stato attuale, in assenza di autorizzazione prefettizia e di nullaosta dell’ente proprietario, l’unico impiego legittimo di detti manufatti è l’installazione al loro interno di misuratori di velocità omologati (autovelox) ad uso della polizia municipale, che dopo il servizio di controllo dovrebbe rimuovere tali manufatti, ripristinando lo stato dei luoghi».

Tra le motivazioni elencate da D’Addazio, c'è anche il rischio di danno economico per il Comune che «potrebbe essere chiamato a rispondere per incidenti provocati da segnaletica o manufatti non conformi o abusivamente collocati». Sui box antivelocità ha presentato un’interrogazione il capogruppo dell’opposizione Pierino Di Giandomenico: «Vorremo capire com'è possibile arrivare a simili situazioni. Abbiamo già presentato altre due interrogazioni, senza nessuna risposta. Sui box arancioni abbiamo sempre manifestato perplessità, anche in tempi non sospetti, ma gli amministratori hanno saputo solo fare pubblicità inutile».

Gabriella Di Lorito

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