Caripe, la Tercas tratta sul prezzo

Riunione a Teramo, la vendita della banca pescarese a una svolta

PESCARA. Il destino della Caripe si avvicina ad una svolta. La trattativa che va avanti mesi tra il gruppo Banco popolare e la Tercas per la compravendita della banca pescarese si è fatta più serrata nelle ultime ore e la prossima settimana, dicono fonti bene informate, potrebbe essere decisiva per arrivare a una conclusione.

La prossima settimana, forse lunedì o giovedì, si dovrebbe riunire il consiglio di amministrazione della Cassa di risparmio di Teramo (Tercas) e in quella sede potrebbe uscire fuori una decisione sull’acquisto della Cassa pescarese. Il sindaco Luigi Albore Mascia ha già detto di essere favorevole ad un’eventuale cessione dell’istituto di credito alla Tercas. «La Caripe tornerebbe così ad essere abruzzese», ha commentato.

La banca teramana è da anni che insegue il sogno di acquisire la Caripe per poter entrare a pieno titolo a Pescara ed estendersi poi nella zona del medio Adriatico. Il vecchio progetto di unificare tutte le banche abruzzesi viene così rispolverato. Ora sembra potersi realizzare almeno un primo tassello, perché il Banco popolare, che detiene il 95 per cento dell’istituto pescarese, appare intenzionato a liberarsi delle proprietà meno strategiche.

Ma la trattativa sarebbe ferma sul prezzo. La Caripe, secondo indiscrezioni, sarebbe stata quotata 265 milioni di euro, cioè circa 5 milioni di euro a sportello. La Tercas riterrebbe questa cifra troppo alta. Non è escluso un compromesso, come avvenne nel 2001, quando la Fondazione PescarAbruzzo, dopo una lunga ed estenuante trattativa, cedette alla Banca popolare di Lodi la sua partecipazione di maggioranza, cioè il 95 per cento delle azioni. Dopo sei anni è nato il Banco popolare, dalla fusione della Banca popolare di Verona e Novara con la Banca popolare italiana, l’ex Lodi. L’istituto pescarese è entrato così a far parte della terza popolare italiana più grossa per capitalizzazione, pari ad oltre 17 miliardi di euro e per numero di sportelli (2.200), situati prevalentemente nelle regioni del nord.

Si pensava che il destino della Caripe, non più abruzzese, fosse segnato per sempre. Invece, adesso potrebbe cambiare tutto di nuovo. La Cassa di risparmio pescarese, se dovesse essere acquistata dalla Tercas, tornerebbe ad essere abruzzese in mano ad una delle banche del territorio più solide. La cassa di Teramo, di cui Banca Intesa Sanpaolo ha una rilevante partecipazione, ha chiuso il bilancio semestrale dell’anno scorso con un utile netto pari a 18,80 milioni di euro. Ha un capitale sociale di 26 milioni e riserve per 261.

Nel 2005, quando la Fondazione cassa di risparmio della provincia di Teramo cedette, con un’offerta pubblica di vendita, una quota pari al 15 per cento del capitale, le azioni della Tercas furono quotate 9 euro l’una. La cassa teramana vanta ben 110 sportelli, quasi il doppio di quelli della Caripe, dislocati nella regione, ma con alcune ramificazioni anche nelle Marche (Ascoli, Ancona, Macerata, Pesaro), Molise (Campobasso) ed Emilia Romagna (Bologna, Rimini, Modena). Ha un organico di 883 dipendenti.
L’istituto di credito pescarese, invece, ne ha meno di 400. Ha 53 filiali, di cui 47 in Abruzzo (38 in provincia di Pescara, 6 nel territorio teatino, 2 nel teramano, uno nell’aquilano) e 6 nelle Marche (Ancona, Ascoli e Macerata). Il suo patrimonio netto tocca i 113 milioni di euro e il bilancio si chiude da anni in utile. Quello del 2007 era di 12,3 milioni di euro.

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