Castiglione: smonterò l'accusa di corruzione

2 Febbraio 2012

Inchiesta Ecosfera: Quarta ottiene gli arresti domiciliari dopo 17 giorni di carcere

PESCARA. «Farò chiarezza, spiegherò tutto su quei fax. Sono sereno e aspetto solo che mi chiamino per interrogarmi. Questa è una situazione che non ha niente a che vedere con me». Dice di essere tranquillo il vice presidente della Regione e assessore allo sviluppo economico Alfredo Castiglione, coinvolto in uno dei filoni dell'inchiesta Caligola sugli appalti europei della Regione e su un presunto giro di corruzione alimentato da consulenze e assunzioni clientelari che ha portato all'arresto di otto persone. Tra loro anche Lamberto Quarta, già braccio destro dell'ex Governatore Ottaviano del Turco, che proprio ieri ha ottenuto gli arresti domiciliari dopo 17 giorni trascorsi in carcere.

Il vice presidente della Regione sarà sentito nei prossimi giorni dal pm aquilano Antonietta Picardi, titolare del fascicolo. A chiederlo, giorni fa, è stato lo stesso Castiglione tramite il suo avvocato, Dante Angiolelli. Nell'ambito dell'inchiesta della Mobile di Pierfrancesco Muriana il vice presidente della Regione è accusato di corruzione. Secondo gli investigatori Castiglione, grazie alla sua carica pubblica, avrebbe curato interessi privati. Nello specifico gli interessi della sua compagna Marina Kozina, direttrice dell'associazione culturale "Rassjanka", che ha sede in via Cavour a Pescara.

Tutto ruota intorno a un fax che Castiglione avrebbe inviato su carta intestata della Regione a un politico albanese ventilando la possibilità di una collaborazione tra i due paesi per spettacoli culturali di danza. Il fax sarebbe quello trovato in un cassetto nell'ufficio di Castiglione, perquisito il 19 gennaio dalla Mobile. A parlare di questo fax erano stati la dirigente regionale Vanna Andreola e il marito Michele Galdi, finiti entrambi ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta, nel corso di una telefonata intercettata dagli investigatori. Andreola dice a Galdi, che era in Albania per un incontro con il rettore e un ministro locali, che il ministro albanese deve aver ricevuto una lettera dal vice presidente della Regione. Il giorno dopo Andreola chiama Castiglione e gli chiede di rimandarle via fax la lettera che aveva fatto al ministro albanese «perchè il ministro non se la ritrova».

Il fax ritrovato nel cassetto dell'ufficio di Castiglione per gli investigatori è proprio quello: una lettera su carta intestata della Regione Abruzzo spedita a un'autorità albanese con la proposta di uno scambio culturale. Un documento che cita l'associazione Rassjanka e si chiude con la firma di Castiglione. «Spiegherò tutto al pm su quel fax», si difende Castiglione, «quello era un documento ufficiale, protocollato in uscita, se fosse stata una cosa nascosta non ci sarebbe certo stato il protocollo. Se avessi voluto fare cose non lecite non lo avrei certo protocollato e faxato. Già la prossima settimana», prosegue Castiglione, «dovrei essere sentito dalla Procura dell'Aquila. L'ho chiesto io stesso e sono sereno, tranquillo. Aspetto solo che mi chiamino per fare chiarezza su una situazione che non ha niente a che vedere con me». Intanto oggi sarà interrogato dal gip Marco Billi, Domenico Peca, amministratore unico della Welfare Net, agli arresti domiciliari.

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