Celestino rivestito del Pallio di Ratzinger

L’Aquila, l’arcivescovo annuncia la ricognizione sui resti del santo Cerimonia il 5 maggio in occasione dei 700 anni dalla canonizzazione

L’AQUILA. Avrà un nuovo volto, visto che la maschera di cera attuale è seriamente compromessa dal tempo e da alcune improvvide esposizioni al sole. Avrà anche l’insegna papale che Benedetto XVI ha deposto sulla teca di Collemaggio. Ripetendo il gesto della tiara riconsegnata che fu del suo illustre predecessore. Per Celestino V è pronta una ricognizione canonica sui resti.

IL DECRETO. La decisione è stata assunta ieri mattina, sull’onda emotiva provocata dall’annuncio di dimissioni del Papa «felicemente regnante», da un altro dimissionario, l’arcivescovo metropolita dell’Aquila Giuseppe Molinari il quale ha, a sua volta, presentato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi avendo compiuto i 75 anni. Tuttavia, il 5 maggio, ricorrendo i 700 anni dalla canonizzazione dell’eremita del Morrone, i resti del santo verranno rivestiti con il Pallio donato da Papa Ratzinger il 28 aprile 2009 all’Aquila in occasione della sua visita in città. La vestizione avverrà al termine della ricognizione canonica delle spoglie del Papa, che hanno conosciuto, nel corso dei secoli, anche l’onta del misterioso furto sacrilego avvenuto il 18 aprile 1988, prima del ritrovamento, due giorni dopo, nel piccolo cimitero di Roccapassa frazione di Amatrice (Rieti). Con proprio decreto, che porta la data del 12 febbraio 2013, Molinari ha infatti annunciato la costituzione della commissione deputata a provvedere alla «ricognizione delle Sacre Reliquie di San Pietro Celestino Papa, attualmente esposte nella Basilica di Collemaggio, benché al di fuori dell’artistico Mausoleo che le ha custodite nei secoli ancora gravemente danneggiato dal terremoto». Ricognizione ritenuta necessaria «per fermare il processo di degrado delle Sacre Ossa e per sostituire la maschera di cera in via di consumazione, che ricopre il teschio del Pontefice Santo, con una nuova scientificamente ideata per essere più simile al suo volto».

LA COMMISSIONE. Impossibile averla formata ieri mattina. Tuttavia la notizia delle dimissioni del Papa ha disvelato la composizione della commissione incaricata di riaprire l’urna coi resti del santo. Ne fanno parte chierici e laici: il canonico Mauro Medina, responsabile della Sacra Lipsanoteca Metropolitana, in qualità di presidente; il canonico Daniele Pinton, vicario episcopale per il Culto e la Santificazione; il canonico Alessandro Benzi, segretario di Molinari e vicario episcopale per i Beni Culturali; il geometra Antonio Ruzza, economo diocesano; il professore Sergio Tiberti dell’Università dell’Aquila, cattedratico di Igiene generale; il professore Giulio Sacchetti dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, medico chirurgo specializzato in Medicina legale; il professore Luca Ventura, medico chirurgo anatomopatologo; il dottor Mattia Ioannucci, segretario della commissione.

NUOVI PARAMENTI. Al termine della ricognizione, informa la Curia, «le sacre spoglie verranno rivestite di nuovi paramenti, appositamente creati e donati dall’Atelier Lavs di Filippo Sorcinelli, con sede in Santarcangelo di Romagna, il quale in questi anni ha curato la realizzazione di alcune vesti sacre di Papa Benedetto XVI e del prezioso pallio, insegna papale simbolo del Buon Pastore, che il pontefice stesso depose sull’urna di Celestino, durante la sua affettuosa e solidale visita alla città a poche settimane dal disastroso terremoto del 6 aprile 2009, e che in questa occasione sarà collocato direttamente sulle spalle di San Pietro Celestino. Dopo il completamento di tutte le operazioni conseguenti alla ricognizione, l’urna, con le sacre spoglie, tornerà nella basilica di Collemaggio nella domenica del 5 maggio, giorno della solenne celebrazione del 700° anniversario della canonizzazione del Papa Santo Celestino V proclamata da papa Clemente V, dopo 17 anni dalla morte, il 5 maggio 1313».

LA RELIQUIA. Il Pallio di Ratzinger, a contatto con le spoglie di un santo, diventerà dunque esso stesso una reliquia e pertanto destinato alla pubblica venerazione. Attualmente il Pallio donato da Benedetto XVI viene custodito nella residenza provvisoria dell’arcivescovo nella frazione di Coppito.

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