Cene, auto di lusso e investimenti. La Procura di Pescara: “Ecco il sistema D’Alonzo”

Sponsorizzazione fittizie a una squadra di calcio a 5, inchiesta per evasione fiscale. Il protagonista è Enea D’Alonzo, legale rappresentante della “Asd Real Dem Calcio a 5” e della “Asd Nobel Boys Calcio a 5”. Gli indagati complessivamente sono 15
PESCARA. Non tocca il livello politico l’ultima inchiesta del procuratore aggiunto Anna Rita Mantini e del sostituto Luca Sciarretta sulle sponsorizzazioni fittizie a una squadra di calcio a 5 che coinvolge 15 indagati, molti dei quali imprenditori, ma i principali protagonisti di questa vicenda ruotano attorno al mondo della Lega. A cominciare dal protagonista che è Enea D’Alonzo, legale rappresentante della “Asd Real Dem Calcio a 5” e della “Asd Nobel Boys Calcio a 5”, le società destinatarie di un giro di sponsorizzazioni che negli anni avrebbe sfiorato i 3 milioni di euro, con la Nobel Boys considerata dalla Finanza una “cartiera”, una scatola vuota utilizzata da D’Alonzo quando la prima società raggiungeva il tetto massimo di sponsorizzazioni consentite.
INCARICHI e tenore di vita In una intercettazione D’Alonzo parla del «nuovo incarico che ha ricevuto dalla Lega alla Direzione del dipartimento dello sport e dice che la prima proposta di legge che farà sarà quella di togliere il limite di 999 euro di prelievi per le Asd». Ex assessore di Montesilvano con il sindaco Di Mattia e presidente della commissione Lavori pubblici nella passata amministrazione del sindaco De Martinis, D’Alonzo con quell’incarico al Dipartimendo dello sport percepisce uno stipendio mensile di circa 900 euro: un salario che non giustifica, secondo la finanza, il suo altissimo tenore di vita. «Un tenore di vita caratterizzato», scrive la finanza nell'informativa, «da cene in ristoranti costosi, anche due volte al giorno, da automobili costose, da spese al supermercato per centinaia di euro anche più volte al giorno», soldi che provengono direttamente dalle società di Calcio a 5, e che permettono di fare anche investimenti in attività finanziarie, in Btp nella filiale Mediolanum di Pescara, posti sotto sequestro dalla magistratura.
IL SISTEMA D’ALONZO A un certo punto, il problema principale di D’Alonzo, stando alle indagini, deriva dal fatto che la finanza ha messo il naso in tutti quei versamenti e prelevamenti bancari per importi importanti, e lui ha necessità di trovare altre fonti per monetizzare le sponsorizzazioni e restituire agli imprenditori il 75% dei loro versamenti (il così detto 1 a 4 di cui parla D’Alonzo per spiegare la tecnica usata, “il sistema” D’Alonzo). E la soluzione sono i privati. Per lo scopo utilizza anche gli stessi giocatori: «Le conversazioni telefoniche che palesano tale metodologia sono numerose», si legge nel provvedimento di sequestro d’urgenza firmato dai magistrati, «e si riportano quelle di D’Alonzo con due giocatori. In entrambe D’Alonzo dice che farà loro un bonifico di 5mila euro e che da tale importo potranno trattenere per loro una mensilità (400 e 500 euro), mentre dovranno prelevare tutto il resto e restituirlo a lui in contanti». E ci sono molti altri esempi con semplici cittadini vicini al centrodestra, elettori della Lega, che si sarebbero prestati a trasformare qualche assegno in contanti. Altro indagato di primo piano sarebbe Rosa Norma Di Pentima, che viene definita nell'imputazione quale procacciatrice di sponsor, appartenente alla Lega Salvini Abruzzo che, come D’Alonzo, è stata candidata alle comunali 2024 di Montesilvano alle quali ha preso 131 voti. In una intercettazione «Di Pentima parla con D’Alonzo dell’appuntamento con altri esponenti della Lega per il viaggio a Napoli, gli dice che devono vedersi perché lei non ha intenzione di portarsi dietro a Napoli 1.500 euro. Nel chiudere la conversazione Norma aggiunge «poi ci incontriamo domani mattina, anche perché è meglio che non gli facciamo vedere i cazzi nostri a questi, capito”.
IL PRESUNTO SOCIO Per i magistrati titolari dell’inchiesta ancora alle battute iniziali e che potrebbe portare ad altri sviluppi, «gli atti d’indagine svolti fino a questo momento hanno permesso di accertare che, dietro ad operazioni finanziarie di sponsorizzazione apparentemente lecite, si celano in realtà accordi illeciti tra D’Alonzo e il “socio” Giuseppe Zaffiri con alcuni sponsor, con emissione di fatture relative a sponsorizzazioni fittizie per importi monetari rilevanti finalizzate: per un verso a consentire l’evasione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto di numerose persone fisiche e giuridiche (sponsor); per altro verso a permettere agli indagati Enea D’Alonzo e a sua moglie Marika Coppa, di effettuare plurime operazioni di movimentazione e impiego delle suddette somme di denaro, plurimi prelievi in contante e acquisti simulati di beni, depositi in attività speculative e tutto ciò in modo da ostacolare la provenienza illecita delle somme oggetto delle false sponsorizzazioni».
GLI ALTRI INDAGATI Gli investigatori stanno peraltro procedendo, con successo, ad ascoltare numerosi personaggi informati sulla vicenda. A tutti viene contestata l’evasione fiscale e solo a D’Alonzo e alla moglie anche impiego di denaro di provenienza illecita. Insieme ai già citati indagati figurano l’allenatore Vittorio Sirolli e diversi imprenditori con in testa l’ex senatore Fabrizio Di Stefano, uno degli sponsor migliori con la sua farmacia di Tollo; Valentina Di Gregorio, Felice Perini, Simona Di Francesco, Francesco Barbuscia, Vladimiro Lotorio, Sergio Bernava, Paolo Iannetti, Denis Matricardi e Frank Tadde