Cgil: salviamo il polo dell'alta moda

Il sindacato: area chimica Bussi, al processo ci costituiremo parte civile

PESCARA. Carbone nella calza della Befana degli assessori abruzzesi, accusati di non mantenere fede agli impegni assunti il 13 ottobre scorso. Alla vigilia dell'Epifania, la Filctem Cgil richiama l'attenzione delle istituzioni su due grosse partite rimaste in sospeso nel piano di rilancio della Regione Abruzzo. Il sindacato che riunisce i lavoratori dei settori chimico-tessile, energia e manifatture, lanciano un monito alla giunta regionale: «Siamo pronti a far salire il livello dello scontro e a coinvolgere anche le altre sigle sindacali», ammonisce il segretario provinciale di Pescara, Domenico Ronca.

Ronca lo ha detto durante l'incontro di ieri mattina nella sede pescarese della Cgil. «Se entro un mese non sarà approvata una legge quadro sull'industria per salvaguardare il polo dell'alta moda dell'area vestina, e non sarà attivato un tavolo permanente per la bonifica di Bussi, l'Abruzzo assisterà a una serie di iniziative forti dei direttivi unitari». La lunga agonia del comparto tessile e manifatturiero, secondo la Filctem Cgil, potrebbe essere alleviata con un progetto di sviluppo concreto, col coinvolgimento del gruppo Zegna e sul potenziamento della Brioni di Penne. L'11 gennaio scadrà la cassa integrazione ordinaria dei 35 ex operai della Matex, lo stabilimento di Montesilvano della Ermenegildo Zegna che ha chiuso i battenti nell'estate 2009. La chiave di volta sarà l'incontro in programma qualche giorno dopo, il 20 gennaio, in cui si farà il punto della situazione con i vertici dell'azienda, che da tempo hanno scelto di lasciare il sud e trasferire l'intera produzione al nord.

«Le condizioni per mettere in piedi un percorso virtuoso ci sono», rilancia Ronca. «Non crediamo nei miracoli, ma se il gruppo Zegna darà vita a un progetto serio, inserito nel polo dell'alta moda, allora la situazione potrà risollevarsi».

Le risorse a disposizione del comparto ammontano a 4 milioni, la terza parte rispetto ai 12 milioni di euro degli anni scorsi. Al minore gettito finanziario si somma la certezza dell'aumento della disoccupazione e dei dipendenti in cassa integrazione, che a sentire il direttore di Confindustria Pescara, Luigi Di Giosaffatte, presente in sala ieri mattina, continuerà a indicare il segno più almeno fino a giugno. Riguardo al polo chimico di Bussi, «abbiamo quattro certezze», rimarca Giovanni D'Addario, della Filctem Cgil, «è inquinato, è un sito classificato di interesse nazionale, non ci sono i soldi per la bonifica e l'azienda Solvay è determinata ad abbandonare l'area, nonostante abbia sottoscritto un accordo di programma con l'impegno a rimanere in zona fino al 2015». Il sindacato si dice pronto a «costituirsi parte civile».

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