Chiesti 1260 sfratti per morosità

In un anno aumento del 18,76%, fermi i progetti per gli alloggi popolari

PESCARA. L'aumento vertiginoso degli sfratti per morosità è la cartina di tornasole del disagio abitativo che regna in città. Gli ultimi dati, elaborati dall'Adiconsum, mostrano un picco esponenziale delle richieste di esecuzione: 1.266 solo a Pescara, ben il 18,76 per cento in più rispetto all'anno precedente. L'emergenza casa fa perno su una politica fatta di taglia e cuci, che in pochi anni ha determinato l'abbandono dei progetti comunali per la realizzazione di alloggi destinati a soddisfare le esigenze delle fasce più deboli della popolazione. L'emblema del blocco dell'edilizia residenziale pubblica sono le palazzine gemelle che da cinque anni sorgono, incompiute, tra via Tavo e via Tronto.

I ritardi nel pagare l'affitto da parte di molte famiglie si sommano alla diminuzione del fondo di sostegno destinato all'emergenza morosità. «Le risorse sono passate dai 360 milioni del 2001 ai 33 di quest'anno», rende noto Alberto Corraro, segretario dell'Adiconsum di Pescara, «e si allungano i tempi per la realizzazione di nuovi alloggi popolari che potrebbero portare una boccata d'ossigeno alla fame abitativa in atto».

Nel 2010 nel capoluogo adriatico sono stati eseguiti 442 sfratti con l'intervento dell'ufficiale giudiziario (il 6 per cento in più rispetto al 2009), la cui procedura in alcuni casi è stata avviata due o tre anni prima. Pescara risulta la città abruzzese con più richieste di esecuzione (1.266), seguita dall'Aquila (272), Teramo (121) e Chieti (nessuna). «Dal mio osservatorio», precisa Corraro, «sono in contatto quotidiano con centinaia di famiglie sfrattate che non riescono a pagare l'affitto e vengono lasciate in balìa di se stesse». Il bando per l'assegnazione delle case popolari, scaduto il 5 maggio scorso e curato dall'assessore comunale Isabella Del Trecco, si è chiuso con 565 domande presentate rispetto alle 1.200 dell'anno scorso. «È forse il segno della rassegnazione», incalza il segretario dell'Adiconsum, «che ha sostituito la rabbia della gente comune che si trova alla perenne ricerca di un appartamento».

I due edifici gemelli di sette piani, tra via Tavo e via Tronto, un anno dopo la denuncia del Centro per il blocco dei lavori, si presentano pressoché inalterati e niente lascia presagire il rispetto dei tempi di consegna dei 64 appartamenti.Come si legge sul cartello accanto ai palazzi, che riporta il logo della Regione Abruzzo e del Comune di Pescara, il termine ufficiale dei lavori è il 23 settembre prossimo. La ditta ha ultimato i solai, i pilastri portanti, le travi e qualche parete in mattoni che divide gli spazi interni: una piccola parte del progetto che è costato complessivamente poco più di 11 milioni di euro. Secondo l'Ater, l'Azienda territoriale che si occupa di edilizia residenziale, la spiegazione della stagione di ritardi è da ricercare in un contenzioso in atto tra il Comune e l'impresa che si è aggiudicata la gara d'appalto bandita nel 2006.

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