Cinque anni fa il duro scontro con Ardizzi spaccò l’ente

PESCARA. Alla Camera di commercio se lo ricordano ancora il duro scontro tra Becci e Ardizzi per la poltrona di presidente che contraddistinse le elezioni dell’agosto 2009. Ardizzi, responsabile della Confcommercio, dopo aver guidato per tanti anni l’ente camerale decise di ripresentarsi candidato, nonostante avesse perso l’appoggio di gran parte delle associazioni di categoria. Si assistette a una campagna elettorale senza esclusione di colpi, ma il sostegno di alcune importanti associazioni di categoria, come Confindustria e artigianato, all’attuale presidente uscente fecero alla fine la differenza. Il 5 agosto del 2009, Becci venne eletto con 19 preferenze e con il voto contrario, ovviamente, dei rappresentanti della Confcommercio, regno incontrastato di Ardizzi.

Un dissenso, quello dell’organizzazione dei commercianti, andato avanti per alcuni anni durante la guida di Becci. Poi, secondo quanto raccontano alcune fonti bene informate, il presidente della Camera di commercio, con un energico lavoro di ricucitura, sarebbe riuscito a riavvicinare a sé l’associazione di Ardizzi. Ciò ha permesso a Becci di poter governare l’ente camerale, forse, in uno dei momenti più difficili per l’economia locale e nazionale.

In un periodo di grave crisi, la Camera di commercio ha dovuto comunque assolvere al suo compito di supporto e di promozione degli interessi generali dell’imprenditoria locale, nonché alle funzioni amministrative ed economiche relative al sistema delle imprese. I poteri del presidente sono, tuttavia, limitati dalla presenza di una giunta e di un consiglio camerale. Il presidente rappresenta la Camera di commercio, convoca e presiede il consiglio e la giunta, ne determina gli ordini del giorno e, in caso d’urgenza, provvede agli atti di competenza della giunta.

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