Cocaina a Pescara, le intercettazioni. La guardia giurata al dentista: “Prenditi questo, è veleno: l’ho provato ieri sera”

Droga a fiumi, le indagini dei carabinieri. Le conversazioni con i clienti di Luigi Lepore, ritenuto tra i principali spacciatori. E Fioravanti si fa portare la droga anche quando viene ricoverato in ospedale
PESCARA. Le intercettazioni telefoniche, ambientali (nelle auto) e i trojan (captatori informatici sistemati nei cellulari di alcuni indagati) sono stati fondamentali in questa complessa indagine condotta dai carabinieri del Nor di Pescara. Gli indagati spesso parlavano in maniera criptata, ma «l’identificazione degli interlocutori è avvenuta da parte dei carabinieri senza dubbi grazie a numerosi elementi identificativi» di alcuni di essi, tra i quali il timbro di voce riconosciuto dagli investigatori (trattandosi di soggetti già ampiamente noti agli inquirenti), nonché l’utilizzo di soprannomi e diminutivi noti alla polizia giudiziaria».
LA GUARDIA GIURATA Ma gli ambientali hanno sicuramente fornito spunti investigativi importanti, come quando i militari ascoltano una conversazione dove Luigi Lepore (la guardia giurata) e un suo cliente parlano di una ipotetica rapina da compiere a danno di altri trafficanti kossovari, i Neziri, segno che non si fermano davanti a nulla. «Ma quanto c’avrà in casa. Ma si può rapinare?», dice Lepore. E l'interlocutore risponde: «Ma sta con le bambine», e Lepore ribatte: «Ma che te ne frega, stai a pensare alle bambine, ma quanto c’avrà»; «tra pezzi e cocaina un etto e mezzo ce ne avrà sicuro», dice l'interlocutore che gli fa comunque presente: «Ma il padre lo sai chi è?», e Lepore risponde «sì, quello che ha la pizzeria...»; e l’altro gli precisa: «C’ha la casa aperta, vende il prodotto, pu j quand ti pare, h24. Si fa 30 mila euro al mese. Cullu, il padre, sta ammanicato con la ndrangheta, con i calabresi. A lui la droga gliela portano i calabresi. Il padre è dagli anni 80 che fa sti lavori, sta ammanicato forte con i calabresi».
LA DROGA IN OSPEDALE E che non si fermano davanti a nulla lo conferma anche l’episodio in cui Roberto Fioravanti è ricoverato all’ospedale civile di Pescara e riceve sostanze stupefacenti da un suo rifornitore. «Nel corso della telefonata», si legge nelle carte, «l’amico usa un linguaggio criptico riferendosi allo stupefacente, lo chiama “sigarette”, e nella successiva telefonata quest’ultimo invita Fioravanti a scendere presso la guardia medica, sollecitandolo con la frase: “Muoviti, lo sai come sto! Sto ai domiciliari!”».
GLI ORDINI DEL DENTISTA In un altro colloquio Lepore incontra un cliente che fa il dentista e che gli dice: «Io ti devo 300 euro, mo ti do 190». E Lepore lo interrompe e gli dice: «Non mi incasinare, mo dammi 70 e prenditi questo: è veleno assoluto. L’ho provata ieri sera a mangiarla, una pietrolina a sentire la bocca, qua, mi aveva levato tutto, mi si è chiuso il cannarozzo, non riuscivo manco a parlare». Poi Lepore chiede al dentista se sia interessato all’erba e questi gli risponde: «Venerdì mi prendo pure quella, sì sì me la prendo tutta io. Un etto alla volta, dammi tempo, lasciala a casa mia nel garage». E Lepore: «No sotto al garage tuo, prenditelo tutto tu ed è finita, intendo mo, provane uno».
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