Colonnetta, il cippo che cambia la storia in un piccolo mistero

Potrebbe risalire ai tempi dei Borboni oppure dei Savoia forse lo stemma sabaudo è dell’artista De Filippis Delfico

MONTESILVANO. La storia della Montesilvano moderna affonda le proprie radici in un passato ricco di avvenimenti e colpi di scena. Dopo la parentesi napoleonica, la località che oggi conosciamo come Montesilvano tornò ai Borbone nel 1815. Negli anni Venti e Trenta dell'Ottocento alcuni cittadini aderirono alla Carboneria e, attorno alla metà di quello stesso secolo, il paese, per le modeste dimensioni e in assenza di uomini capaci di governarlo, fu aggregato al comune di Cappello Sul Tavo. Fino al 1860 quando, subito dopo la spedizione dei Mille, Montesilvano fu riunita al nascente Regno d'Italia. Una serie di eventi che hanno disegnato i contorni della città. Tra questi ce n'è uno che continua a destare la curiosità degli storici: la cosiddetta Colonnetta. Nel 1908 , il Re d'Italia Vittorio Emanuele III, in transito a Montesilvano, fece sosta in zona Colonnetta. Si dice che il cippo stradale eretto in quello che oggi è l'omonimo quartiere rechi da allora il fregio sabaudo. Ma non si tratta dell'unica versione della storia di questa stele. C'è chi ne lega la nascita alla figura di Michele De Filippis Delfico, figlio del conte di Longano Gregorio De Filippis e di Marina Delfico. Il giovane, nato nel 1840 e rimasto orfano di padre a sette anni, venne istruito privatamente come allora era consuetudine. Apprese l'arte della pittura come allievo di Pasquale Della Monica, allora insegnante sia nel Real Collegio San Matteo che nella scuola comunale di disegno di Teramo. Ma, come si legge nei pochi documenti tornati alla luce, “Michele De Filippis Delfico predilesse la scultura nella quale si dilettò lasciando alcuni lavori come uno stemma sabaudo scolpito nella Colonnetta che si trova in Montesilvano, all’incrocio della Vestina con via Piceni”. Per molto tempo, dicono alcuni storici, si è ritenuto che quel cippo fosse stato eretto a ricordo del passaggio di Vittorio Emanuele II a Montesilvano nell’ottobre del 1860, quando, acclamato Re d’Italia si recò a Napoli, capitale dell'ex Regno borbonico. Ma una scritta “Strada di Penne - con le enne rovesciate - per la Valle del Tavo” e la data 1842, posta alla base della Colonnetta, sembrano smentire la notizia. Il cippo si vuole fatto collocare dai tecnici del generale Pianell, durante i lavori di modernizzazione della rete viaria in Abruzzo voluta dai Borboni e che vide la ristrutturazione della strada che collegava Montesilvano a Penne. Tra l’altro nel 1853, Marina Delfico fece costruire una strada più agevole che collegava Montesilvano Colle alla Vestina, dove erano situati i suoi terreni attraversati dalla nuova “rotabile”. Lo stemma sabaudo, secondo quanto ha narrato lo storico Gennaro Agostinone, risalirebbe ai primi anni del '900 e sarebbe stato eseguito da un artista locale, quel conte Michele, estroso artista di casa Delfico, nei cui confronti i montesilvanesi nutrivano un sentimento di ammirazione e di rispetto. Ma c'è chi solleva l'ennesimo dubbio: in quel periodo Michele non risiedeva a Montesilvano per motivi di salute, come dimostrano alcuni documenti dell’archivio di famiglia.

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