Colpo in gioielleria, arriva l'identikit

13 Febbraio 2011

I ritratti dei tre malviventi verranno diffusi alla cittadinanza

PESCARA. Le descrizioni ci sono. E in un paio di giorni arriveranno anche gli identikit dei tre rapinatori che venerdì hanno svaligiato la gioielleria De Sanctis. Un trio che potrebbe essere lo stesso che ha ripulito la gioielleria Saraceni.

A dare un volto ai tre malviventi sarà un operatore della polizia Scientifica di Ancona che domani arriverà in città. L'esperto di identikit utilizzerà le descrizioni dei testimoni per fare il ritratto delle tre persone che venerdì sera sono entrate nella gioielleria De Sanctis di via Venezia e l'hanno svaligiata.

I ritratti verranno poi diffusi alla cittadinanza in modo che i commercianti possano riconoscere i rapinatori in caso di nuovi assalti e anche nella speranza che arrivino nuove testimonianze.

Intanto dal lavoro della Mobile di Pierfrancesco Muriana, che si sta occupando del caso, qualche elemento sui tre è già venuto fuori. Il primo è un ragazzo sui 20-25 anni, alto circa un metro e settanta, di corporatura esile e con i capelli castani corti. Il secondo, che indossava un cappellino, è più basso, sui 25-30 anni, di corporatura robusta e con la carnagione scura. Il terzo è anche lui sui 25-30 anni e sarebbe alto 1,65-1,70.

Più chiara anche la dinamica del colpo: il primo rapinatore si è presentato nella gioielleria di via Venezia venerdì sera intorno alle sette fingendo di voler comprare una collana. Poco dopo, quando anche gli altri due sono entrati nel negozio, il primo ha tirato fuori una pistola con cui ha minacciato le due donne presenti mentre gli altri due le hanno portate, coltello alla gola, nel retro della gioielleria per farsi aprire la cassaforte. Il primo, intanto, faceva da palo nel negozio per controllare che tutto andasse bene.

Prima di scappare verso il mare i rapinatori hanno immobilizzato le due donne legando loro i polsi con lo scotch e hanno rubato il server su cui erano registrate le immagini delle telecamere del negozio. A riprendere i malviventi, però, potrebbero essere state alcune telecamere esterne.

Secondo i testimoni i tre, che hanno agito senza guanti, erano certamente italiani e a quanto pare parlavano con accento pugliese.

Nel modo di agire dei rapinatori ci sono parecchie analogie con il colpo messo a segno il 25 gennaio alla gioielleria Saraceni di via Nicola Fabrizi, ma anche alcune differenze.

Anche il 25 gennaio i rapinatori avevano agito a volto scoperto e senza guanti, tant'è che le loro impronte digitali erano rimpaste sulle vetrine del negozio. Ma da Saraceni erano entrate due persone e non tre. E la commessa era stata legata non con lo scotch ma con delle fascette di plastica, di quelle che si usano nei cantieri.

Per questo al momento, in attesa di vedere se emergeranno nuovi elementi di collegamento, le due rapine sono rimaste in due fascicoli separati.

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