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Compie cento anni la più anziana ex alunna del classico

L’ex insegnante ha spento le candeline davanti al sindaco Il marito avvocato si occupò della tragedia del Vajont

PESCARA. «Non ci credo, non ci penso». Con poche parole la professoressa Maria Giacinta D'Innocenzo commenta i suoi anni, 100, un secolo di vita appena compiuto, ieri, nella sua casa di Pescara affacciata su piazza Primo maggio e sul mare Adriatico.

Pullover rosa, alcuni fili di corallo intorno al collo, composta sulla poltrona della biblioteca, la signora D'Innocenzo, vedova da oltre quarant'anni dell'avvocato Salvatore Di Paolo, accoglie parenti, amici e il sindaco di Pescara Marco Alessandrini per un brindisi di auguri.

È mezzogiorno e il primo cittadino varca la soglia dell'appartamento - una fuga di stanze affacciate sul mare come lo descrisse il professor Raffaele Paparella Treccia in un bel ricordo - dove la signora Giacinta lo accoglie con un sorriso. «Con tua nonna eravamo colleghe, insegnavamo nella stessa scuola, quanti anni sono passati, ricordo anche tua madre» dice la D'Innocenzo. Un bel mazzo di fiori a nome della città e una pergamena sono i doni che il sindaco di Pescara porta alla «ragazza del secolo», dice salutandola.

Pochi convenevoli, sorrisi e battute, e la lettura del pensiero racchiuso in pergamena: «È con vivo piacere che invio alla Signora D'Innocenzo Maria Giacinta, a nome mio e della comunità pescarese, i migliori auguri per la ragazza del secolo. Un forte abbraccio. Il sindaco».

La citazione della Rossanda fa sorridere la professoressa D'Innocenzo che non fa mancare al sindaco domande incalzanti sul Comune - una nipote è l’assessore Paola Marchegiani - e sulla città, dai rumori della movida alla salubrità del mare.

Intorno, davanti a una torta con le candeline che il sindaco e la centenaria pescarese spengono assieme, ci sono la famiglia, il figlio Massimo con Anna Maria e Giorgio, le colleghe dello studio legale dell'avvocato Di Paolo, Benedetta e Monica.

«Quanti giovani e io non lo sono più, bei tempi» commenta con un sorriso Maria Giacinta D'Innocenzo, classe 1917, fisico di ferro, arguta e risoluta come sempre, prodiga di citazioni e battute che nascondono un’ampia cultura classica. Nata a Torre de' Passeri, il papà Gaetano era un noto imprenditore dell'epoca che si occupava di affari diversi, dalla produzione di vino al commercio di birra, dai trasporti fino alle costruzioni stradali. Con la famiglia ha risieduto tra Torre e Pescara, dove suo padre costruì due palazzi proprio di fronte al museo Colonna, bombardati nel '43, ne ricostruì solo uno ancor oggi di proprietà dei familiari.

Dopo il ginnasio e il liceo classico a Pescara - la signora D'Innocenzo è la più anziana ex alunna vivente ed è stata una delle prime alunne a varcare la soglia della nuova sede del "D'Annunzio" in via Venezia negli anni 30 - si è laureata alla facoltà di lettere a Roma, per poi dedicarsi all'insegnamento, per più di 40 anni, in diverse scuole pescaresi, medie e superiori, formando generazioni di cittadini. Intanto il matrimonio e tanti anni accanto all'avvocato Salvatore di Paolo, professionista emblematico del foro di L'Aquila ma con studio anche a Pescara già dagli anni '60, partigiano combattente, politico di sinistra, figlio di quel Donato Di Paolo, storico socialista poi passato nel '21 al nascente partito comunista, corrispondente dell’Avanti a L'Aquila.

Un professionista poliedrico, in diritto civile e penale, che la signora ha seguito in decenni di brillante carriera, tra tanti casi giudiziari importanti patrocinati, tra cui quello per cui è specialmente ricordato, in qualità di difensore di parte civile nello storico processo del Vajont.

Rustici, torta e anche una flûte di champagne, a cent'anni la professoressa D'Innocenzo non si fa mancare nulla. Arrivano intanto alcuni parenti, tra cui la sorella Rita Ciglia e dei nipoti, l'avvocato Ascanio Di Giuseppe e l'imprenditore Giulio Di Paolo, mentre la signora attende da Roma gli auguri di altri nipoti, l'economista Pierluigi Ciocca, già vicedirettore di Bankitalia, e l'architetto Donatella Ciocca della Cananea.

«È quasi ora di pranzo, che fa Gabriella» si rivolge svelta alla cucina di casa la professoressa D'Innocenzo: sono le 13.30 e così dicendo congeda, di fatto, gli ospiti, senza troppe smancerie. Perché, come dice sempre, «nella vita bisogna solo essere precisi».

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